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Programma

Centro Storico

  • Le città italiane sono in crisi da decenni (ed in particolare i loro centri storici), perché la collettività residente non può sfruttare al meglio le potenzialità tradizionali degli ambiti urbani, che, al contrario, rappresentano un valore da promuovere come identità locale e questo perché la qualità della vita collettiva non è sufficientemente garantita nei servizi fondamentali (mobilità, sosta, luoghi di aggregazione, polarità attrattive, servizi); le città appaiono non attrezzate per esprimere quel livello di attrattività urbana che i cittadini si attendono per riconoscersi con la città stessa ed immaginare il proprio futuro.
  • La crisi di identità, il decremento della qualità e i limiti di prospettiva obbligano una città a ragionare nel “breve”, a tamponare le urgenze, in un rincorrersi di “episodi”, di iniziative sul breve periodo ispirate da politiche “ad hoc”. Un corretto approccio deve invece volgere – partendo proprio dalla valorizzazione delle potenzialità legate alla nostra tradizione urbana ed in particolare ai nostri centri storici – ad una visione strategica di ampio respiro e di lungo termine, orientata ricercare una “mission” condivisa, finalizzata alla promozione e allo sviluppo del sistema d’area vasta città — territorio, mediante l’attivazione di valore aggiunto, per investire, con infrastrutture, servizi, salvaguardia e riqualificazione del patrimonio storico-artistico, nuove tematiche ambientali,… sulla qualità della vita.

Piano Particolareggiato
per il Centro Storico

  • Dovrà prevedere incentivi e regolamenti speciali per la ristrutturazione degli immobili, per ulteriori insediamenti di ricettività turistica, attraverso anche progetti di edilizia di sostituzione e, soprattutto un regolamento che consenta attraverso la valorizzazione e la tutela il ritorno delle botteghe artigiane nelle vie tradizionali.

Piazza Vittorio Emanuele

  • Piazza Vittorio Emanuele da parcheggio a nuova centralità urbana (studio di funzione tramite concorso di idee (area 20.000 mq);
  • Progetto: La piazza in gioco;
    L’avvio di un concorso di progettazione ingegneristico/architettonico capace per la prima volta di dare identità e utilità ad un luogo quello di Piazza Vittorio Emanuele che si pone come indispensabile cerniera tra il centro storico e la nuova urbanizzazione. Dare una funzione che sia capace di sostenere le esigenze che richiede il luogo in questa posizione e che allo stesso tempo diventi un nuovo centro attrattivo sia in termini sociali che ambientali;

Asse viario Via G.B. Fardella – Corso Piersanti Mattarella

  • La principale area commerciale della città di Trapani. Un viale lungo 2 Km che va ripensato in funzioni della valorizzazione commerciale dell’area, dei nuovi sistemi di mobilità pubblica e privata, per i pedoni e con zero barriere architettoniche, passeggiare lungo quest’asse viario dovrà generare la stessa sensazione di sicurezza e piacere percepita all’interno dei grandi centri commerciali;

Il verde pubblico

  • Progetto: Riforestazione Urbana;
    La consapevolezza dei governi e delle comunità̀ sull’urgenza di intraprendere politiche ed azioni efficaci che possano contrastare il trend dei cambiamenti climatici e gli effetti sull’ambiente è cresciuta. Con il termine forestazione urbana si intende la progettazione e lo sviluppo di aree verdi urbane e periurbane, facendo della natura un’importante protagonista di questo paesaggio. Chiaramente è importante non solo progettare e sviluppare nuove aree verdi, ma anche rivalorizzare e riappropriarsi di quelle esistenti.
  • Un progetto di “riforestazione urbana” che passi dalla realizzazione di un grande parco urbano, e la riprogettazione/adeguamento delle aree verdi e la loro fruibilità per le persone e gli animali domestici;
    Localizzato all’interno della grande area umida posta tra le vie Virgilio, Libica, dietro il terminal bus ATM (156 mila mq) di area naturalistica ex saline del collegio;
  • I nostri alberi immediata applicazione delle previsioni della legge 10/2013, il custode del verde;
  • Parchi/giardino nei quartieri e nelle frazioni;
  • Il verde pubblico del litorale integrato con la sistemazione delle spiagge e delle coste;

Valorizzazione dei quartieri periferici di edilizia convenzionata, da ghetti a residenze;

Progetto: Abitare Villa Rosina (progetto pilota quartiere smart); 7000 abitanti circa

  • Realizzazione/implementazione dei servizi di base.
    Studio di fattibilità Impianto di depurazione acque nere a scala locale (a servizio solo del Rione Villa Rosina), Impianti di illuminazioni 4.0, Viabilità e intersezioni pedonali e stradali, Spazi urbani collettivi (aree attrezzate a verde e servizi), Delegazione Comunale (servizi al cittadino), Avvio processo di realizzazione della prima comunità energetica locale (progetto pilota);
  • Agiremo in partnership con l’IACP per effettuare interventi di riqualificazione strutturale e sociale, tutti i quartieri saranno oggetto di progettazione Adoc completati nelle reti dei servizi e dotati di collegamenti urbani e di attrezzature sociali (orti sociali, giardini, parchi giochi e sistemi di sicurezza diurna e notturna). La riqualificazione interesserà anche quei quartieri i cui immobili sono stati già in parte ceduti agli assegnatari e saranno i primi ad essere oggetto di riqualificazione energetica per il risparmi delle tariffe dell’energia e elettrica.

Aree ex presidio militare

Progetto: La dismissione dei beni militari e la creazione di vuoti urbani

  • 1.500 caserme e 3.000 unità abitative in tutta Italia. Questa è l’estensione del patrimonio militare dismesso dal Ministero della difesa di cui l’Agenzia del Demanio e diverse amministrazioni pubbliche stanno gestendo il processo di recupero, nel duplice obiettivo di rendere queste aree punti di partenza per processi di rigenerazione e riqualificazione urbana e innescare, attraverso partnership e azioni coordinate, la valorizzazione di una parte importante del patrimonio pubblico. Imponenti vuoti urbani spesso vincolati, le ex caserme sono punti critici catalizzatori di interessi e conflitti e le possibili strategie, finanziarie, normative e procedurali per il loro recupero sono da tempo al centro dell’attenzione. Tra gestioni dirette da parte dei Comuni e procedure ormai consolidate che, attraverso il federalismo demaniale, prevedono conferimenti a titolo gratuito e presa in carico da parte dell’Agenzia del Demanio e Cassa Depositi e Prestiti Investimenti sgr. Le strutture inutilizzate derivanti dal passato industriale o militare sono denominate “vuoti urbani“. Il vuoto è un concetto complesso, con definizioni diverse che derivano anche dal contesto macroregionale. In base all’art. n°65 del dlgs del 30 Luglio 1999 n°300, Tale norma attribuiva all’Agenzia del Demanio il compito di amministrare i beni i immobili dello Stato, di attribuire loro una valutazione e gestirli con criteri imprenditoriali, l’obiettivo dello Stato era attribuire un valore
    economico al patrimonio pubblico e migliorare lo sviluppo dei siti dove i beni erano locati. I beni  immobili di proprietà del Ministero della Difesa possono essere oggetto di dismissione con diverse modalità: con trasferimento del diritto di proprietà mediante procedura pubblica (es. l’asta pubblica), con accordo privato oppure con accordi tra ente pubblico cedente e acquirente. Il bene può essere oggetto di valorizzazione urbanistica, ovvero il cambiamento della destinazione d’uso degli immobili con richiesta da parte del Comune, in cui i beni si trovano, con varianti ai piani urbanistici, o con l’Accordo di programma o società di progetto quando i soggetti interessati sono diversi (pubblici-privati). Con la legge n. 296 del 27 dicembre 2009 venivano introdotti, tra i vari metodi di rilancio per la valorizzazione dei beni statali e per esigenze di bilancio statale, Piani Unitari di Valorizzazione (P.U.V.), strumenti per il recupero e il riuso dei beni immobili pubblici coerenti con gli indirizzi di sviluppo territoriale, economico e sociale e con gli obiettivi disostenibilità e qualità territoriale e urbana. Nell’ambito dei PUV, l’Agenzia del Demanio ha un ruolo rilevante poiché può finanziare studi di fattibilità per individuare la migliore valorizzazione dei beni immobili pubblici, previo idoneo cambio di destinazione d’uso mediante concessione d’uso o locazione, ovvero permuta con gli enti territoriali o alienazione sul mercato. L’ipotesi di base prevedeva che avviata una pratica di progettualità condivisa con i Comuni (inserendo tali beni nei piani regolatori urbanistici), i PUV potessero attrarre iniziative private in grado di finanziare la riconversione degli immobili, garantendo allo Stato l’entrata derivante dal canone di concessione. La Legge Finanziaria del 2010 attribuisce al Ministero della Difesa il potere, in modo autonomo rispetto all’Agenzia del Demanio, di vendere i propri immobili, valorizzarli o sottoporli a permuta in accordo con enti territoriali, società a partecipazione pubblica o con soggetti privati. A tale scopo viene costituita una società privata a capitale pubblico con il ministero della Difesa unico azionista la “Difesa Servizi s.p.a” per svolgere attività di gestione e valorizzazione degli immobili militari. Il federalismo demaniale, introdotto con D.L.gs. n. 85 del 28 maggio 2010, prevedeva che i beni di proprietà dello Stato venissero trasferiti agli enti territoriali a titolo gratuito. In tal modo venivano bloccati i Protocolli d’Intesa, anche quelli già sottoscritti, tra Agenzia del Demanio e Comuni relativi alla realizzazione di processi di valorizzazione e alienazione di beni immobili. Le amministrazioni locali anziché acquisire a titolo oneroso gli immobili in questione, hanno richiesto l’assegnazione secondo la normativa del federalismo demaniale. Con il D.L.gs. 6 luglio 2011 n°98 è stata introdotta una nuova normativa in materia di valorizzazione e dismissione del patrimonio immobiliare pubblico Nello specifico l’art. 33 bis definisce la possibilità per il Mef e per l’Agenzia del Demanio di costituire società di gestione del risparmio con lo scopo di istituire fondi d’investimento che apportino i capitali necessari per la realizzazione degli interventi di valorizzazione del patrimonio immobiliare successivamente gli enti potranno vendere gli immobili ai fondi comuni di investimento con progetti di riutilizzo approvati dal Governo. A tali progetti potranno contribuire anche i privati con modalità non definite dalla norma. La Legge di stabilità 2012, con l’obiettivo di ridurre il debito pubblico, ha stabilito che il Ministero dell’Economia e delle Finanze doveva trasferire beni immobili non residenziali, individuati con decreto e comprendenti almeno un quinto delle carceri inutilizzate e delle caserme dismettibili, ad uno o più fondi comuni di investimento immobiliari o ad una società. La cessione delle quote dei fondi o delle azioni delle suddette società avrebbe procurato allo Stato delle entrate.

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    La nuova stazione ferroviaria

    • La nuova stazione intermodale, per una gestione innovativa della mobilità a breve e lungo raggio;
      Localizzata in area demaniale ex deposito carburanti AM/MM area ASI (51 mila mq) tra la via Marsala e via Libica, secondo indicazioni del PRG vigente e del Piano strategico per la città di
      Trapani;
    • Miglioramento/ampliamento del percorso in ingresso ed in uscita lato Sud;

    Ferrovia veloce Birgi Trapani Punta Raisi

    • Promuovere la realizzazione della linea ferroviaria veloce Birgi – Trapani – Punta Raisi – Palermo elemento indispensabile per la mobilità dell’intera Sicilia occidentale, per i tempi di percorrenza e per mettere meglio in rete e in collaborazione i due aeroporti.

    Il terminal bus di Piazzale Papà Giovanni Paolo II

    • Garantire che i sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società minimizzandone le ripercussioni negative (abbonamenti per fascia di età, ISEE, ecc.);
    • Servizio scuola bus (realizzazione non porta a porta ma come punto di prelievo esterno al centro storico);
    • Estendere ed implementare il sistema TPL (Traposto Pubblico Urbano);
    • Implementare i servizi legati alla stagione turistico/estiva (intensificazione delle corse e degli orari di servizio);

    Il deposito ATM via Libica

    • Efficentamento/miglioramento dei fabbricati deposito ATM;
    • Incremento della flotta con motorizzazioni sostenibili/green;
    • Favorire la mobilità ciclabile e sistemi per una sharing city;

    Aeroporto

    • Consolidare il traffico esistente e promuovere nuove linee per raggiungere le maggiori capitali europee.
    • Promuovere il sistema aeroportuale della Sicilia occidentale in asse strategico con l’aeroporto di Palermo Punta Raisi;

    Porto

    • Dopo i grandi interventi fatti nel 2005, in occasione della Louis Vuitton Cup (dalle dighe foranee che hanno messo in sicurezza il porto ed ampliato la superficie portuale, la riqualificazione della stazione marittima delle banchine Isolella e Sommergibili, delle zone commerciali dei concessionari su via dei Grandi Eventi) tutto si è fermato e va ripreso oggi in un’ottica di costruttiva interlocuzione con L’autorità Portuale di Sistema della Sicilia Occidentale.
    • Nuove opere portuali, piano degli attracchi del diporto, sistemazione del Molo della Colombaia per l’attracco dei grandi Yacht, porto a secco, liberazione del porto dai relitti, impianti di lavaggio delle acque di sentina collegato con il depuratore, acquisizione e demolizione del fabbricato di MariFari attaccato al Bastione dell’impossibile, migliore utilizzo della grande area di servizio dietro i cantieri navali e lungo la dorsale ZIR, trasferimento del traffico dei traghetti alle banchine a Sud, liberando così il centro storico dall’attraversamento di mezzi pesanti.

    La navigazione sotto-costa

    • Incentivare un sistema di trasporto locale sotto costa a bassa emissione che possa consentire di fruire dei luoghi attrattivi del turismo costiero da Marausa Lido a Lido Valderice;

    Le circonvallazioni

    Un nuovo ingresso alla città

    • migliorare tutte le vie d’accesso al comune attraverso la cura costante e l’implementazione delle opere a verde;
    • Efficientare la segnaletica stradale;
    • Dalla rotonda della circonvallazione dell’autostrada direttamente al mare e al porto;
    • Raddoppio di via libica alle porte della città;
    • Un nuovo accesso alla città più rappresentativo di una città a misura metropolitana;
    • Governare il traffico urbano (grande viabilità, ZTL, aree di sosta) lo studio di un nuovo asse viario nord/sud;
    • Manutenzione immediata delle strade comunali e provinciali, da subito l’istituzione di un tavolo integrato tra i Comuni di Trapani, Erice, Paceco, Valderice e il Libero Consorzio per un programma di manutenzione straordinaria
    • Per le strade della città, nuove formule di affidamento della manutenzione ordinaria. Obbiettivi principali: assicurare il deflusso delle acque soprattutto nel periodo autunno/inverno, eliminare buche, manutenere l’illuminazione, pulire i cigli stradali togliendo le erbacce;

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      Litoranea Nord

      • Dovrà essere la grande scommessa del futuro di Trapani. La più bella zona di espansione turistica della città, mortifica dalle amministrazioni che si sono susseguite negli anni. Proviamo a definire un modo di procedere: prima delimitare la zona tra litoranea nord ed una viabilità interna più di confine del nuovo quartiere( es asse via Archi via Livio Bassi), poi fare un inventario delle aree mal utilizzate cui dare una nuova destinazione d’uso turistica, poi definire un regolamento che consenta un edilizia turistica d’avanguardia e di qualità. Poi costituire una società di trasformazione urbana (STU) a maggioranza pubblica che curi una alta e rivoluzionaria
        progettualità definitiva e le convenzioni tra le istituzioni pubbliche ed i privati cedenti e i nuovi investitori. Gli oneri di urbanizzazione ed i canoni concessori correlati dovranno essere utilizzati per riqualificare le sede stradale, riqualificare l’illuminazione, servizi e trasporto pubblico dedicato alle spiagge ed agli alberghi per mantenere spiagge per strutturare un parco urbano tra la sede stradale il mare e la tonnara. Un grande straordinario progetto che dovrà vedere impegnati professionisti ed imprese locali ed internazionali in una virtuosa gara di qualità ed eccellenza che ponga Trapani di nuovo al centro dell’attenzione internazionale

      Progetto: Nord waterfront Piano Particolareggiato della Litoranea Nord

      • Il termine inglese waterfront (letteralmente fronte acqua) indica una parte di territorio, riferibile alla linea di costa marittima. In termini progettuali indica un processo di trasformazione, urbana o territoriale, che si colloca tra le discipline dell’urbanistica, della logistica, della rigenerazione urbana, del paesaggio e del real estate. Un’opportunità chiave per lo sviluppo sostenibile delle città europee sta nella rigenerazione delle aree abbandonate o sottoutilizzate lungo il waterfront. Nelle
        città-porto medie e medio-piccole in Europa la situazione è particolarmente complessa: la frammentarietà delle scelte di sviluppo, la presenza di autorità differenti non sempre coese, la bassa disponibilità di risorse e le condizioni di crisi possono rallentare, o rendere sfavorevole, le proposte di rigenerazione basate su modelli integrati di sviluppo città-porto (Carta & Ronsivalle, 2016). Nel caso specifico si ricorda che, per quanto riguarda il solo waterfront marino lato Nord, Trapani ha 5 chilometri di costa, di cui il 100 percento “basse”, con poco più del 10 percento di chilometri occupati da attività economiche, soprattutto da zero approdi turistici. La litoranea Dante Alighieri è considerata dai Trapanesi come un tangenziale più che un boulevard a mare, a sua riprogettazione è un tassello importante del nuovo disegno del lungomare cittadino. La riqualificazione interessa circa 5 km di litorale Da Torre Lighy a Punta Tipa) con spiagge, giardini, piazze, una pista ciclabile, una fascia di macchia mediterranea, e anche prevista la realizzazione di una zona commerciale da affidare in concessione e una piazza sul mare. Il Museo del Mare (intitolato a Sebastiano Tusa), che fa parte del progetto, occuperà gli spazi a cavallo della ex fabbrica del ghiaccio e Torre Ligny. Gli interventi progettuali ricadranno in un pacchetto più ampio di azioni rivolte al processo di riqualificazione urbana, oltre ad individuare una specifica tipologia urbano-costiera, nella fattispecie in oggetto saranno frutto di analisi e strategie per la rigenerazione del fronte mare, attraverso interventi studio di perfettibilità del waterfront e concorsi di idee lanciati dall’amministrazione comunale che nel rispetto delle “biodiversità” dovranno conciliare interventi di carattere urbanistico sociale ed economico. Dobbiamo
        contestualmente al ridisegno della linea di costa nord della città, prevedere un progetto di un intervento di ripascimento della spiaggia con l’alimentazione e riprofilatura della spiaggia mediante l’apporto sabbia provenienti da giacimenti off-shore sottomarini, consentendo il ripristino morfologico delle spiagge soggette alle dinamiche di erosione meteo-marine e il riequilibrio sedimentario del litorale nel modo meno impattante possibile dal punto di vista ecologico e nel rispetto dell’ambiente e nella tutela della fauna presente. La cosiddetta “opzione morbida”, del ripascimento costiero con sabbie da diverse fonti (sottomarine, litoranee, terrestri) per contrastare il fenomeno erosivo, è una delle principali opzioni strategiche che la futura amministrazione intende adottare per la difesa e l’adattamento del sistema fisico costiero agli effetti del cambiamento climatico.

      Porto peschereccio

      • Basta con il degrado! Un complesso di straordinario interesse, dove la funzione di servizio in favore delle attività tradizionali legate alla pesca e moderni servizi alla nautica, dovranno trovare una sintesi virtuosa senza divergenze e prevaricazioni. Prontamente sarà convocato un tavolo tra operatori, autorità portuale, Capitaneria di Porto e ASP per valutare un progetto complessivo di sistemazione. L’area del mercato del pesce e della frutta dovrà ricomprendere anche la disastrata ex scuola Buscaino Campo e le zone adiacenti. Dovrà diventare il luogo della spesa “azzurra” di Trapani, con l’esempio del mercato antico di Barcellona;

      Progetto: Il mercato ittico all’ingrosso

      • La città di Trapani deve ritornare ad essere il centro commerciale del prodotto ittico in provincia. Il commercio del prodotto ittico è regolato da norme di rango europeo che prevedono adempimenti difficilmente rispettabili in assenza di strutture di vendita idonee come possono essere i Mercati ittici all’ingrosso. La città gode di una struttura all’altezza, unica in provincia, ed il progetto di rilancio è fattibile nel brevissimo periodo, per rendere Trapani per tale fattispecie città filo europea e quindi punto di riferimento degli attori del settore. Negli ultimi anni a Trapani è mancato questo luogo ipotetico di incontro tra domanda offerta e questa mancanza ha generato una situazione di forte difficoltà tra gli operatori del settore soprattutto nel campo della vendita primaria e del commercio al dettaglio. Difficoltà nel reperimento dei prodotti della pesca e crescita di abusivismo che non rende una città punto di riferimento commerciale delle aziende che sono in cerca di elevati standard di riconoscimento del proprio prodotto. La soluzione a questa situazione di stallo creata è il ripristino delle attività di vendita all’ingrosso del prodotto ittico all’interno della struttura di via Cristoforo colombo per il rispetto delle complesse norme di commercializzazione e delle basilari norme in materia di salute pubblica. Non è più possibile assistere alla forma di vendita del “commercio all’ingrosso ambulante” che non esiste nel campo normativo ma che la precedente amministrazione con la chiusura del Mercato Ittico all’ingrosso ha avallato e non vietato pur essendo a conoscenza del “fenomeno del mercato all’ingrosso itinerante in città”. Un esempio di giornata tipo dove i furgoni provenienti da diversi comuni pieni di pesce che girano per la città, in cerca di compratori, e che alle ore 7,00 si collocano fuori la struttura del mercato ittico, trasformato dalla precedente amministrazione in punto vendita al dettaglio. Questa è la fotografia lampante che manca un servizio per questi operatori in continua lotta con le forze dell’ordine.

      Colombaia Case Rosse di Ronciglio Lazzaretto

      • La Colombaia e le Case rosse del Ronciglio dovranno essere riconsegnate alla proprietà del Comune, e poi con concessioni di lungo periodo diventare degli alberghi portuali.
      • Il lazzaretto, interamente riqualificato, potrà continuare a svolgere con una nuova e più aperta visione, la sua funzione, anche commerciale per club nautici di eccellenza, che siano a servizio delle scuole di vela e dei rapporti internazionali per l’attività agonistica del mare;

      Il sistema dei canali della pre-riserva

      • Il sistema dei canali a mezzogiorno tra le saline è un luogo poco conosciuto, ma è un simbolo del genio trapanese, sospeso tra ambiente e industria, che qui nei secoli, ha realizzato opere idrauliche di altissima qualità. Il recupero tramite finanziamento europeo consentirà di attivare una via d’acqua unica al mondo, come percorso per turisti in avvicinamento alla riserva delle saline, avendo come mezzo di trasporto gli antichi schifazzi, il percorso si collega al mare aperto con il canale della salina zavorra, dietro le case Rosse dell’ospizio Marino, e termina con l’ingresso nel porto tramite il canale di mezzo. L’area di pre-riserva: diaframma tra il porto, le sue banchine ed i suoi piazzali, e la riserva delle saline di Trapani e Paceco , di cui appresso , dovrà essere bonificata dal degrado in cui giace da decenni e vi dovranno essere attivati tutta una serie di servizi annessi alla accoglienza e didattica per i visitatori della riserva, di attracco e sosta lungo le vie d’acqua, di osservazione (bird watching) per gli studiosi della fauna degli ambienti umidi.

      La Riserva delle Saline di Trapani e Paceco

      • Nasce nel 1994 dalla volontà di preservare ambiente e attività da secoli emblema della città di Trapani. Paradossalmente l’istituzione della riserva fu chiesta dai proprietari delle stesse saline quando più di trenta anni fa il progetto di piano regolatore pensava di invadere i suoli con strade e ferrovie che avrebbero, forse, valorizzato ai fini edificatori ampie superfici, ma avrebbero irrimediabilmente segnato la fine di un antichissima industria. La riserva dovrebbe svolgere pure un ruolo fondamentale nella promozione del territorio e del turismo, ruolo che fin ora ha svolto al minimo, quando in altre parti del mondo un simile patrimonio sarebbe già oggetto di un giro virtuoso di presenze turistiche e di studiosi. La nuova amministrazione di Trapani intende procedere ad un protocollo di intesa tra il comune di Paceco e l’ente gestore del parco della riserva delle saline ed i produttori, teso ad intraprendere un processo virtuoso di rilancio turistico ambientale del sito in maniera condivisa e sostenibile;

      La difesa e la Valorizzazione delle coste

      • È un punto essenziale del nostro progetto per il territorio. Assegneremo una delega speciale alla tutela e promozione del mare e del litorale costiero, che si occupi della pulizia e della riqualificazione delle spiagge, di una migliore sistemazione delle concessioni Balneari, della garanzia degli spazi e delle attrezzature delle spiagge pubbliche, anche per i disabili, della pulitura dei fondali costieri, della lotta all’inquinamento marino e che garantisca l’attenzione del comune per un corretto utilizzo delle zone demaniali.
      • La valorizzazione della “risorsa mare” il litorale nord e il pieno recupero della sua balneabilità;
      • Verifica dell’esistenza di possibili fonti di alterazione della qualità delle acque;
      • Una gestione sostenibile della posidonia spiaggiata, da rifiuto a risorsa energetica (possibile fonte di biogas utile per l’alimentazione del parco vetture comunali);

      Il museo del mare, della tradizione marinara e dell’archeologia subacquea

      • Valorizzare il sistema museale, la memoria del passato e le tradizioni popolari rivisitate in chiave moderna (Musei multimediali);
      • D’intesa con la Soprintendenza del Mare il nostro glorioso istituto nautico, realizzeremo il nuovo polo museale del mare, intitolato al Prof. Sebastiano Tusa ricompreso tra le strutture del Ex Lazzaretto ora Lega Navale (polo statico di archeologia subacquea) la Torre di Lighy (polo virtuale rappresentazione virtuale della battaglia navale delle Egadi) l’ex scuola Buscaino campo (polo espositivo dei numerosi relitti di navi e di altri importanti reperti di archeologia subacquea, scoperti o ancora da scoprire nel nostro mare.

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        Il turismo dei grandi eventi beni culturali e turismo

        • Nonostante il potenziale paesistico e le numerose attrazioni culturali ed artistiche del territorio e dei territori limitrofi, unito all’immagine che la Regione nel suo insieme possiede, il Trapanese non presenta, nell’insieme, un’elevata attrattività turistica, se non per alcuni siti che si trovano sulle rotte principali del “giro dell’Isola”, come Selinunte e Segesta. Ciò dipende, fondamentalmente, da tre fattori: Una non sufficiente accessibilità esterna del territorio per i turisti, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alla città di Trapani per chi proviene dall’aeroporto di Birgi; Un’immagine del territorio non sufficientemente definita, soprattutto dal punto di vista del target di fruitori dell’offerta ricettiva; La mancanza di una politica complessiva di sviluppo e marketing turistico, incentrata su un’idea forte di “prodotto Trapani”, che combini efficacemente informazione, infrastrutturazione e ricettività con un calendario di eventi e attività culturali appetibili, coordinato e programmato con largo anticipo. Per sviluppare il settore del turismo, quindi, diventa essenziale puntare sui reali elementi di specializzazione dell’area, quelli in grado di esaltare le differenze e le peculiarità del territorio e di fornire reali posizioni di vantaggio rispetto ai concorrenti. È necessario, da una parte, esaltare le caratteristiche storico-culturali che sono i punti di forza di Trapani e, dall’altra, qualificare i fattori ambientali (sia naturali che urbani), attraverso interventi a sostegno di un complessivo processo di miglioramento delle condizioni di vita di residenti e turisti. Il territorio di Trapani è, infatti, uno spazio che va inteso non solo dal punto di vista fisico, ma anche e soprattutto come grande contenitore di valori, da quelli della cultura, delle tradizioni e della storia, a quelli ambientali e paesaggistici, a quelli dell’esperienza e del sapere, della politica, dell’arte e della cultura enogastronomica. Questi valori possono essere agevolmente veicolati all’esterno attraverso eventi di risonanza sovralocale. “Nel tentativo di rendere fruibili e visibili i beni culturali e artistici, patrimonio inesauribile di un territorio, è sempre più frequente il ricorso all’evento come vettore di importanti messaggi di comunicazione; questo, nelle sue diverse forme, può essere considerato un vero e proprio media. Parlando un linguaggio universale, può ambire allo scopo di allargare e coinvolgere un vasto pubblico nelle iniziative tese a valorizzare e divulgare la cultura di un luogo, ma con sempre maggior attenzione verso le culture lontane (g-local). L’impatto sulla popolazione ospitante può avere positive ricadute in merito alle variabili sociali e culturali, politiche, ambientali. Per mezzo degli eventi può essere mantenuta in vita la tradizione locale ed entrare in relazione con valori e riti lontani; si possono valorizzare spazi inutilizzati, riadattarli o semplicemente rendere riconoscibili quelli già in uso, aumentandone la visibilità. Gli eventi incrementano il turismo, creano lavoro e sviluppano benefici economici; conferiscono prestigio ad un luogo, avendo quindi importanti conseguenze sulla popolazione ospitante e sui promotori. Si sono affermati come nuovi media, capaci di realizzare un adeguato progetto di comunicazione, le aziende e le Amministrazioni Pubbliche, che fanno riferimento all’evento come ad uno degli strumenti interni alle proprie strategie di marketing e di immagine”. D’altra parte, come è stato più volte ricordato in questo documento, Trapani è già riuscita, nel 2005, a creare il “grande evento” della America’s Cup, ma, soprattutto e al di là dell’evento in sé, è riuscita a diffondere nella gente che la abita, la convinzione che “si può fare”. Questa mobilitazione di energie e di capitale sociale ed umano dovrà essere opportunamente valorizzata ai fini della concretizzazione dello Scenario. Lo Scenario “Trapani Turistica” appare quindi, al momento, già radicato sul territorio, anche se in presenza di una scarsità di strutture ricettive (non sufficienti, soprattutto nel periodo estivo) e di servizi turistici adeguati, che però si accompagna ad una generale tendenza (espressa sia nel corso degli incontri con gli stakeholders, sia negli strumenti di pianificazione e programmazione) a ripensare lo sviluppo dell’area anche in chiave turistica, per valorizzare al meglio le risorse endogene (di tipo storico-culturale ed ambientale), la presenza del porto, la posizione della città ed il suo ruolo di cerniera tra costa ed entroterra (cruciale ai fini della destagionalizzazione dei flussi turistici e al riequilibrio dello sviluppo). La prima direzione di sviluppo individuata è, quindi, quella della specializzazione, diversificazione e messa a sistema dell’offerta turistica. Alla base di questa filosofia c’è la necessità di unire tutti i soggetti interessati in unico progetto di sviluppo per rilanciare il turismo in una maniera nuova e più efficace senza disperdere sforzi e risorse. Occorre quindi creare le condizioni per sviluppare nel territorio le dinamiche di un distretto, indirizzato a sviluppare una relazione più efficiente tra i soggetti imprenditoriali privati e i soggetti pubblici, esaltando quelle caratteristiche di personalizzazione, attenzione all’ospite, autenticità e flessibilità che caratterizzano l’offerta turistica. In questo senso, lo Scenario è orientato alla creazione di una cabina di regia per la promozione coordinata ed integrata della città e del territorio trapanese. La specializzazione dell’offerta turistica può certamente partire dall’elemento distintivo dell’area trapanese che è costituito dai Beni Culturali, che, ad oggi, sono sì valorizzati, ma sicuramente non in un’ottica di rete territoriale. In questo contesto, si deve puntare, in primo luogo, al riconoscimento dell’importanza delle istituzioni culturali e al loro conseguente potenziamento, a partire da quelle maggiori (biblioteche, musei, teatri, cinema), che oggi faticano a svolgere pienamente le loro attività. In questa prospettiva è necessario mettere a sistema le collezioni d’arte pubbliche e private attraverso un serio progetto di valorizzazione e di fruizione delle stesse. Più in generale, Trapani deve diventare un luogo in cui produrre e consumare “cultura”. In secondo luogo, Trapani deve diventare sede consolidata di eventi, catalizzatore di eventi non episodici o isolati, ma con caratteristiche di continuità. Eventi che mettano il patrimonio cittadino e territoriale al centro di dinamiche in grado di esporli verso l’esterno e dar loro visibilità, attirando visitatori e investimenti e favorendo lo sviluppo di sistemi evoluti di marketing del territorio. Un calendario strutturato di eventi può contribuire in maniera sostanziale a riposizionare il territorio trapanese a livello internazionale e a cambiarne l’immagine attuale: un’immagine creata da “luoghi comuni”, ma che non rispecchia più le persone che lo abitano. La città ha in sé tutte le potenzialità per attirare eventi: ha le strutture (da riqualificare o in fase di progettazione), può avere un’Amministrazione comunale capace di immaginare e di proporre operativamente questo nuovo modello di sviluppo, ha le infrastrutture necessarie, anche se non utilizzate come si potrebbe. Naturalmente, per dare a Trapani tali prospettive, bisognerà costruire una rete di attori locali, di alleanze esterne, attrarre finanziamenti pubblici e privati, con l’obiettivo di restituirle il ruolo di crocevia di scambi economici e culturali, di riferimento per l’area euro-mediterranea. Un’altra fascia emergente di mercato alla quale si rivolgerà il nuovo piano comunale di sviluppo turistico è quella dello smart working delocalizzato, da promuovere attraverso la creazione di un vero e proprio brand sul modello di quello implementato a Venezia (Venywhere), attraverso una collaborazione tra la Fondazione Venezia e l’Università Ca’ Foscari. Si lavorerà anche ad un sistema di incentivi finalizzati ad attrarre il turismo stanziale dei pensionati internazionali, esaltando gli elementi che pongono Trapani in una posizione più vantaggiosa rispetto ad altre aree geografiche: clima mite, dimensione di città vivibile, canoni di locazione non esosi, cibo di qualità, costo della vita, beni culturali e naturalistici et similia. In terzo luogo, vanno messe in atto azioni mirate soprattutto ad incentivare la ricettività diffusa; queste hanno come scopo la propedeutica riqualificazione del settore dell’accoglienza turistica, al fine di configurare un vero e proprio distretto turistico di livello transregionale. La scommessa è quella di un coinvolgimento efficace di energie e risorse finanziarie per lo sviluppo locale, che vede nel turismo un fattore centrale e potenzialmente foriero di effetti virtuosi sull’intero sistema economico locale. Anche questo Scenario deve essere letto in un’ottica di “sistema” rispetto al territorio. Per questo Trapani, oltre ad essere meta per i turisti, dovrà svolgere anche un ruolo determinante come “porta”. In questa logica, il porto turistico non dovrà essere solo “il punto di arrivo del diportista nautico, né il parcheggio della sua imbarcazione, ma una ulteriore porta di accesso al sistema turistico siciliano, punto di partenza di possibili itinerari di fruizione dell’offerta turistica immediatamente retrostante la “costa”. Il diporto nautico e di conseguenza il turismo legato a questo, quindi, deve essere visto non solo nell’ottica del turismo balneare, ma in un’ottica di integrazione con gli altri segmenti dell’offerta turistica provinciale e regionale. Riprendersi il ruolo di capoluogo non deve per forza significare creare una gerarchizzazione delle funzioni in favore di Trapani, ma, anzi, vuol dire cercare di sviluppare una rete orizzontale in cui ogni realtà presente sul territorio ricopra un compito ben determinato e sicuramente quello di Trapani dovrà essere quello di far sì che il sistema funzioni. Per questo la Città dovrà avere l’onere e l’onore di svolgere una funzione di regia e centro dei servizi amministrativi, cercando anche, dove possibile, di decentrare le sue funzioni in favore degli altri territori presenti nella Provincia. Così facendo, gli altri Comuni non avrebbero più la sensazione di subire decisioni “calate dall’alto”, che non prevedono la loro consultazione e partecipazione, ma verranno coinvolti in un processo in cui anche loro giocano un ruolo importante. In questo modo, Trapani non verrà più vista come il “nemico” contro cui combattere, ma semplicemente come il “Centro delle decisioni condivise” e potrà essere finalmente considerato come il vero Capoluogo Amministrativo da cui poter ottenere maggior qualità dei servizi erogati. Creazione di “Progetti a Rete” per il potenziamento della cooperazione fra territori costieri e interni.

        Turismo diffuso – il paesaggio –i nostri borghi rurali in abbandono

        • Nella revisione del PRG particolare attenzione sarà dedicata alla possibilità di nuovi insediamenti turistici nelle frazioni e nel territorio interno. Che destinazione avranno Borgo Fazio, Borgo Bassi, noi li recupereremo e immaginiamo di adibirli a centri di turismo rurale. La difesa del paesaggio sarà direttamente collegata alla qualità dell’eventuale espansione urbanistica e al piano energetico comunale che non potrà prevedere nuovi insediamenti di energie alternative invasivi del suolo
          agricolo;

        Enogastronomia di terra e mare

        • Momenti promozionali dei prodotti tipici, della cucina trapanese e della cultura culinaria del territorio. Controllo sulla qualità e l’originalità dei prodotti DOP e sull’ingresso nel territorio di prodotti “abusivi”. Spostamento del mercato del contadino, un nuovo mercato più attrezzato ed in luogo più accessibile;

        Edilizia e PMI

        • Edilizia. Forte rilancio, utilizzando la revisione del PRG (nuovo PUG), l’adozione dei piani particolareggiati del centro storico, e della Litoranea Nord, la semplificazione dei regolamenti autorizzativi, la revisione degli oneri di urbanizzazione, la revisione degli oneri sui cambi di destinazione d’uso e sulle ristrutturazioni. L’avvio di una ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico nel segno della funzionalità, dell’efficienza energetica, della qualità architettonica;
        • PMI. Riflessioni sulla zona industriale, ormai in ambito quasi urbano, incentivare gli investimenti di alta qualità innovativa e tecnologica, e stregua difesa delle industrie tradizionali del territorio, e dei produttori di agroalimentare;

        Commercio e servizi

        • Nuovo piano commerciale, maggiore sicurezza nelle aree a grossa incidenza commerciale, le telecamere per i controlli di sicurezza e come deterrente per atti illegali, regolamento delle insegne, degli arredi, l’uso degli spazi esterni, il suolo pubblico,;
        • Il comune si porrà come ente facilitatore dell’erogazione dei servizi resi dal settore privato, attuerà percorsi di semplificazione burocratica e agevolazioni tributarie transitorie per le nuove iniziative e, in particolare per quelli di alta innovazione;
        • La ricostituzione della commissione pubblici spettacoli;

        Le ZES

        • ZES – Zone Economiche Speciali
        • Il Decreto legge 20 giugno 2017 n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2017 n. 123 (GURI Serie Generale n. 188 del 12 agosto 2017) e successive modificazioni, nell’ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) all’interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative. Dalle ZES in Sicilia ci si aspetta un credito d’imposta, sgravi fiscali, agevolazioni sul lavoro, ammortamenti per le aziende. La posizione geografica della Sicilia nel Mediterraneo e l’attuale gap infrastrutturale esigono, una programmazione integrata e immediata di interventi a breve termine. Le ZES costituiscono un prezioso strumento operativo finalizzato a realizzare un circolo virtuoso di investimenti, crescita e lavoro. Una opportunità che non dovrebbe limitarsi al porto franco o alle aree tax free bensì diventare un motore per lo sviluppo del Mezzogiorno. Le ZES, saranno vincenti nella misura in cui si riuscirà a far interagire le aree individuate con le potenzialità inespresse del retroterra siciliano. Con un buon progetto di infrastrutturazione si potrebbero “accendere i riflettori sullo sviluppo del nostro territorio”. L’opportunità che le Zes portano in dote è importante, ma rischia di essere resa vana se non si affrontano in modo risolutivo due questioni su tutte: il degrado delle nostre aree industriali e il nodo delle autorizzazioni. Per quanto riguarda la prima questione, Trapani conta tre/quattro aree ZES con problematiche di funzionamento incredibili. Come farà l’Irsap a fare funzionare queste aree se non ha una governance e neanche la disponibilità economica per portare avanti gli investimenti necessari? Sarebbe possibile un intervento del commissario Zes per realizzare le infrastrutture necessarie nelle aree industriali e creare collegamenti efficienti tra le reti di trasporto? Il secondo e annoso nodo è quello relativo alle autorizzazioni ambientali che continuano a tenere bloccati investimenti importanti e con essi lo sviluppo della nostra provincia. Il rischio è quindi che oggi si parli delle Zes, ma poi nel momento in cui una impresa voglia investire, non ci siano le condizioni per accogliere l’investimento”. Problematiche che sottolineano come l’obiettivo sia quello di “strutturare un unico ufficio dove gli imprenditori che vogliono investire possano incontrare tutti i soggetti istituzionali coinvolti, in una logica di sinergia. L’obiettivo infrastrutturale, anche grazie agli investimenti connessi al Pnrr e alla prossima programmazione europea è quello di contribuire adn integrare la rete logistica connettendo al meglio i porti con il territorio di riferimento e migliorando l’offerta delle aree retroportuali in termini di servizi e funzioni. Processi e azioni che devono essere inquadrate all’interno di una visione di sviluppo sostenibile e condivisa del territorio che permetta di rafforzare le realtà produttive che già in esso insistono e di attrarne altre, aggredendo tutti gli aspetti che storicamente hanno rappresentato le maggiori criticità per gli investitori. Area ZES zona produttiva del porto[ (48 ha) area banchinata];
          Area ZES zona produttiva retro-porto [(142 ha) area ex ASI];
          Area ZES zona produttiva retro-porto e area logistica [(4 ha) villa Rosina];
          Area ZES zona produttiva (aeroporto Vincenzo Florio loc. Birgi comune di Misiliscemi) 2 ha;

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          La risorsa idrica

          Progetto: Reti distribuzione idriche (risorsa acqua)

          • E’ sempre difficile dimostrare la necessità di raggiungere un obiettivo quando questo dovrebbe già essere stato attuato da un paio di decenni, infatti tutti i Comuni della Provincia di Trapani dovrebbero essere uniti nella gestione del Sistema Idrico Integrato in quanto facenti parte dell’antico ATO 7 Trapani (Ambito Territoriale Ottimale) della Regione Siciliana, tant’è che in data 12/12/2002 dalla Conferenza dei Sindaci e del Presidente della Provincia veniva approvato il relativo Piano d’Ambito, che diventava esecutivo con Decreto Commissariale n.748 del 31/12/2002. Dopo che in Sicilia solo alcuni ATO, davano attuazione a quanto stabilito per legge circa l’affidamento del servizio idrico integrato, un’altra legge regionale aboliva gli ATO e decideva che ogni Comune si doveva organizzare come meglio poteva per la gestione del servizio idrico del proprio territorio, tentando di rivalutare le competenze dell’EAS (Ente Acquedotti Siciliani). Successivamente, la Regione Siciliana resasi conto sia dell’impossibilità di applicazione della Legge sia della incapacità dell’EAS a rendere il servizio a cui era chiamato, reintrodusse gli ATO denominandoli però ATI (Ambito Territoriale Idrico) che furono fatti coincidere territorialmente con le Provincie così come era per i già superati ATO. Da questi disastri si salvarono solo quei Comuni che riuscirono ad organizzarsi con Uffici o Aziende proprie e che, fino ad oggi sono gli unici che riescono a rendere un servizio quantomeno decente, che ha assicurato nel tempo una certa continuità. Ritornando alle direttive ancora oggi vigenti è utile rilevare che la messa in liquidazione dell’EAS aveva come prerogativa la costituzioni degli ATI, costituzione che ad oggi, per quel che riguarda il nostro territorio, non è stata completata; infatti si è costituita soltanto l’Assemblea dei Sindaci che viene convocata solo per potere dare qualche parere favorevole a rare richieste da parte di singoli Comuni o su richiesta del Commissario ad acta nominato dalla Regione.

          Risoluzione di problematiche idro-potabili nel trapanese.

          • Il riscaldamento del sistema climatico globale è oggi indiscutibile, come emerge dalle osservazioni dell’incremento della temperatura media globale atmosferica e oceanica, dallo scioglimento dei ghiacci polari (in particolare dell’Artico), dalla riduzione dei ghiacciai delle medie latitudini, (compresa anche la copertura nevosa) e dall’innalzamento del livello medio degli oceani. In base al Quarto rapporto di valutazione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’aumento complessivo della temperatura media globale (sistema terra-oceano) al 2008 è stato di 0,7°C rispetto al livello pre-industriale. Il tasso di riscaldamento, pari a 0,1°C per decennio negli ultimi 100 anni, è aumentato a 0,16°C per decennio negli ultimi 50 anni. L’aumento della temperatura in Europa al 2008, rispetto ai valori pre-industriali, è stato di circa 1,0°C per il sistema terra-oceano, 1,3°C sulla terraferma, maggiore quindi di quello globale. Con questo quadro e con quanto si può rilevare dalle tendenze climatologiche in atto, sarebbe indispensabile pensare di intervenire per potere anticipare le possibili disastrose condizioni che sicuramente metteranno a repentaglio la stessa vivibilità dell’uomo, sia per deficit di risorse idriche che per carenza di produzione agricola a causa della impossibilità di potere irrigare i terreni produttivi e non. Sarebbe auspicabile che da parte dei nostri governanti possa essere posta in atto e, nel brevissimo tempo, una politica che miri ad un reale risparmio delle già scarse risorse idriche e impedisca un ritorno a mare della acque meteoriche se non dopo averle totalmente sfruttate per le necessità della collettività e dei servizi ad essa collegati. Ci si riferisce ad interventi mirati sulle nostre dighe sulla capacità di invasare i maggiori volumi di acqua possibili, migliorando e garantendo la capacità di tenuta delle dighe stesse, eseguendo costantemente tutte quelle opere di manutenzione necessarie ed indispensabili a garantirne la stabilità comprendendo, tra gli interventi anche la rimozione degli enormi volumi di terra trasportati e depositati dall’acqua durante i ruscellamenti, quantità che, date le caratteristiche costanti di piogge intense e di breve periodo, rischiano, nel tempo di diminuire le capacità di invaso delle dighe stesse. Ad una attenta e programmata manutenzione delle dighe è legata anche la risoluzione delle problematiche riguardanti le acque potabili che spesso vengono prodotte dalla potabilizzazione delle acque superficiali in esse accumulate e concesse anche per l’uso potabile. Orbene Trapani è allocata in questo territorio dove, pur essendo presenti tre invasi (Rubino, Trinità e Paceco) le concessioni delle acque invasate sono state concesse solamente per l’uso agricolo, anche se nel precedente PRGA a Trapani erano concesse il 50% delle acque invasate nella diga Rubino e a Marsala il prelievo di 83 l/sec dalla diga Trinità in territorio di Castelvetrano. Per Trapani fu stabilito che la perdita della sfruttamento delle acque delle diga Rubino venisse sostituita con la costruzione di un dissalatore con una potenzialità massima di 400 litri/secondo che avrebbe dovuto compensare le ataviche carenze di rifornimento idro-potabile del territorio trapanese (Trapani, Erice, Valderice, Custonaci, San Vito Lo Capo, Buseto Palizzolo, Bruca, Alcamo). L’impianto che utilizzava tecnologie di dissalazione termica/evaporativa venne consegnato all’EAS di Palermo durante il 1990/91 e, purtroppo, da impianto di compensazione per eventuali disservizi degli strutture acquedottistiche preesistenti, assunse l’incombenza di unica fonte di fornitura idrica del territorio, fatta eccezione per Trapani che usufruiva dei pozzi “Bresciana” siti in territorio di Castelvetrano e dei pozzi “Inici” in territorio di Castellammare. Il massivo sfruttamento dell’impianto, in aggiunta al fatto che non vennero più fatti significativi interventi di manutenzione, né interventi tendenti a ridurre gli enormi costi energetici per unità di prodotto, l’alternarsi di vari soggetti alla gestione, chiaramente non interessati a porre in essere interventi all’uopo destinati, ha fatto sì che nel 2014 l’impianto venne messo in disuso, con varie promesse da parte della Regione Siciliana di interventi per la sua riattivazione, mai attuati. Oggi sarebbe impensabile un intervento di riattivazione del vecchio dissalatore in quanto il processo di dissalazione sarebbe del tutto antieconomico sia dal punto di vista energetico che da quello ambientale infatti tali dissalatori producono da tre a quattro volte più salamoia per metro cubo di acqua pulita rispetto ad impianti che utilizzano il metodo della dissalazione a membrana quindi con maggiore produzione di scorie pericolose per l’ambiente, esistono infatti oggi tecnologie che, anche con una combinazione di processi evaporativi, a permeazione, per scambio ionico, riducono di gran lunga l’impatto ambientale garantendo un continuità di produzione di alta qualità a garanzia della salute pubblica. Oggi Trapani è il territorio ideale per il collocamento di un nuovo dissalatore per acque marine in quanto, per la sua allocazione vi sono già più di quatto ettari di terreno di proprietà pubblica (Regione Siciliana) già destinata a area di servizi per l’acqua potabile, un impianto di pompaggio delle acque marine munito di tutte le autorizzazioni urbanistiche e ambientalistiche, di una condotta di scarico a mare delle acque salmastre e di una condotta per l’approvvigionamento delle acque marine; da non sottovalutare anche la presenza delle saline che potrebbero essere, come nel passato, in grado di ricevere la salamoia facendone aumentare la produttività con impatto ambientale del tutto trascurabile. Da non sottovalutare anche che detto impianto assumerebbe la caratteristica di una struttura fondamentale e baricentrico per l’intero territorio Trapanese (ATI n. 9) in quanto, con la realizzazione di una condotta costiera, le acque prodotte potrebbero utilmente servire anche il territorio di Marsala; in alternativa, in attesa della realizzazione della condotta, si potrebbe destinare l’acqua prodotta dal dissalatore a Trapani e Comuni limitrofi e l’acqua di Bresciana al territorio di Marsala, Mazara del Vallo e Petrosino che con miscelazione delle loro acque sotterranee, che attualmente soffrono di elevati tenori di nitrati, ricondurrebbero alla distribuzione di un’acqua perfettamente in linea con le normative vigenti; queste ed altre possono essere le soluzioni che un tale impianto, se realizzato, risolverebbero per risolvere le problematiche tecniche e ambientali. Con la realizzazione di un impianto adeguato di energia green, comprendente tutta l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, facilmente realizzabili anche in considerazione della possibilità di acquisire aree libere di terreno circostanti l’area oggi in possesso dell’impianto, si potrebbe ottenere una economia circolare che abbatterebbe significativamente i costi di produzione. Tale programma potrebbe interessare le grosse Società pubbliche, tra queste l’AMAP di Palermo a gestire l’intero sistema idrico integrato dell’ATI n.9 di Trapani con ancora maggiori risparmi sia per Trapani che per Palermo con impatto positivo dei servizi, sia idrici che ambientali estendibili all’intera Sicilia Occidentale; potrebbe anche interessare aziende private disponibili ad investire in tale sistema produttivo anche con la realizzazione di altri impianti quali, ad esempio i trattamenti di percolati lo sfruttamento e successiva potabilizzazione di una significativa fonte di acqua termale solfurea sita a pochi chilometri dall’impianto, ecc. Si ritiene inutile precisare che le acque prodotte dal dissalatore e destinate al territorio trapanese si aggiungerebbero all’attuale dotazione fornita da Siciliacque attraverso il nuovo “Montescuro ovest” e ciò potrebbe garantire una dotazione idrica pro-capite sicuramente da paese civile e non da terzo mondo in cui l’acqua viene erogata, se si è fortunati, e ciò avviene raramente, a giorni alterni, toccando punti di rifornimenti di un giorno a settimana, il tutto con costi abbastanza elevati per la collettività. In atto il rifornimento idro-potabile della Città di Trapani è erogato a giorni alterni, prelevando i volumi necessari all’approvvigionamento principalmente da due acquedotti, “Bresciana” e “Inici” e dal “pozzo Madonna”, il primo adduce le acque emunte dai pozzi dall’omonima località, in territorio di Castelvetrano, con una condotta di circa cinquanta chilometri; e il secondo che adduce le acque emunte dai pozzi in località Inici in territorio di Castellammare, con una condotta di circa trenta chilometri. Le acque emunte dal cosiddetto “pozzo Madonna” in Trapani nelle adiacenze del Santuario della Madonna di Trapani sono caratterizzate da una variabilità di portata durante il corso dell’anno con emungimento minimo nel periodo estivo; per questa fonte, quel che è più da attenzionare è la qualità dell’acqua che viene, vettorata al serbatoio di San Giovannello, giacché trattasi di un pozzo posto all’interno di un insediamento ad alta intensità abitativa, con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare. Queste risorse permettono appena, come già detto, di potere mantenere un’erogazione del servizio a giorni alterni, senza per altro garantirne la continuità nella precarietà giacché è sufficiente un guasto a una singola pompa di emungimento da un pozzo, o lo stacco di energia elettrica di poche ore a mettere in crisi anche la distribuzione a giorni alterni. Tali condizioni di precarietà, come risaputo, permangono da diversi decenni, senza che si siano mai attivate programmazioni tendenti a incrementare la dotazione idrica, si può registrare un intervento, negli anni 1989-91 da parte della Regione Siciliana per diversi miliardi che ha interessato il rifacimento dell’intera condotta idrica di adduzione e la rivisitazione del sistema di gestione e adduzione dell’acqua al serbatoio di carico, senza alcun incremento sulla dotazione idrica. Riteniamo si debba operare un intervento immediato su “Bresciana” con la realizzazione di alcuni pozzi, su di un’aria già nella disponibilità del Comune, da utilizzare solamente durante il fermo di pozzi in costante funzionamento per permettere, senza creare momenti di discontinuità del servizio, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. Sarebbe da incoscienti pensare di incrementare l’emungimento della falda di Castelvetrano che già da diversi anni è a rischio insalinizzazione dato la costante intrusione marina dovuta all’abbassamento della falda stessa. Sempre su Bresciana si potrebbe richiedere alla Regione una concessione di 40-50 l/sec. di acqua da derivare dall’invaso irriguo di Castelvetrano rifornito dalle acque della diga Garcia, posto nelle immediate vicinanze del serbatoio di carico e da potabilizzare, previa analisi, presso gli impianti allocati nello stesso serbatoio. Altro intervento a Trapani riguarderebbe la realizzazione di un nuovo serbatoio di riserva da tenere pieno e disponibile al rifornimento idrico della Città quando è impossibile mantenere l’erogazione da Bresciana, fatto purtroppo frequente per vari motivi. Per ottenere ciò, non sarebbe necessario alcun investimento, riteniamo, infatti, che, basterebbe chiedere alla Regione Siciliana di mettere a disposizione del Comune di Trapani l’attuale serbatoio complementare all’impianto di dissalazione di Nubia e in questo momento in stato di abbandono; un serbatoio di capacità di circa 30.000 mc. quintuplicando di fatto le capacità di riserva idrica della Città. Non dovrebbe essere difficile ottenere la disponibilità di detta struttura, infatti, la cessione al Comune di Trapani garantirebbe alla Regione la rivitalizzazione dell’intero impianto ponendo fine alla vandalizzazione che in questo momento è in atto, considerato l’assurdo abbandono repentino dello stesso, si garantirebbe oltretutto facilmente anche l’eventuale rifornimento idrico alla zona industriale. Passando all’acquedotto “Inici” al più presto si dovrebbe provvedere alla realizzazione di una nuova condotta in sostituzione dell’esistente, ciò porterebbe a un aumento reale della dotazione idrica della Città di circa 60 litri/secondo di cui, tolti circa 25 l/sec. da destinare alle frazioni a nord del territorio trapanese, il rimanente volume aumenterebbe di circa il15% la dotazione idrica attualmente disponibile in Città; in tal modo sarebbe possibile deviare uguali quantità di acqua dalla “Bresciana” per un miglior rifornimento alle frazioni sud del Trapanese che ancora oggi soffrono un abbandono pressoché totale del servizio. Si può affermare che anche in questo caso il problema potrebbe essere d’immediata risoluzione, infatti, salvaguardandoci, dal punto di vista giuridico, sull’eventualità di una perdita della relativa concessione, si potrebbero prendere precisi accordi con Siciliacque spa, che in questo momento gestisce la condotta cosiddetta “Dissalata” che da Fulgatore porta circa 50 l/sec. ad Alcamo, facendo un scambio, nel senso che Trapani rifornirebbe Alcamo e Siciliacque rifornirebbe le Frazioni Nord versando la restante quota al serbatoio San Giovannello. Tale soluzione sicuramente è di convenienza per tutti, infatti, si abbatterebbero enormemente i costi energetici di vettoriamento sia per Siciliacque che non dovrebbe più spingere l’acqua sino ad Alcamo, sia per Trapani che, con bassissimi costi energetici, rifornirebbe Alcamo che si trova a pochissima distanza dai pozzi “Inici”; il risultato darebbe certezza dell’approvvigionamento, si abbatterebbero tutte le perdite ed i costi per guasti, frequenti nelle lunghe condotte soggetti a pesanti colpi d’ariete dovuti per vari motivi, e gli eventuali furti d’acqua, frequenti nei nostri territori, data la siccità incombente, laddove si devono controllare chilometri e chilometri di condotte. Altro intervento da porre in essere, riguarderebbe lo sfruttamento della falda di Milo, dove esiste un pozzo perforato nel lontano 1990 dal Comune di Trapani con l’assistenza dell’Istituto di Geofisica dell’Università di Pisa, che potrebbe dare una portata “maggiore di 60 l/sec.”, ma l’acqua presenta una temperatura costante di circa 38 gradi, elevate quantità d’idrogeno solforato e presenza di altre sostanze chimiche rendendo l’acqua, per altro simile se non di uguali caratteristiche dell’acqua di Alcamo (Ponte Bagni), non destinabile al consumo umano. In questo caso il problema non sarebbe d’immediata soluzione ma potrebbe essere programmata la realizzazione di un impianto per la separazione dei fanghi presenti nell’acqua per il loro successivo sfruttamento per cure terapeutiche o di altra natura, l’abbattimento per ossigenazione dell’anidride solforosa, e dopo un eventuale trattamento di potabilizzazione, (laddove si appurerebbe essere necessario) si potrebbero riportare i parametri chimici e batteriologici entro i limiti previsti per l’uso potabile. Altro intervento potrebbe essere rivolto alla riconquista della concessione dell’acqua della ”Diga Rubino”, acqua che fino a circa quindici anni fa era destinata per Legge e per 93 l/sec. alla Città di Trapani, purtroppo, per come spesso accade dalle nostre parti, forse per paura di levare qualche cosa al mondo agricolo, forse per ignavia, ignoranza o strafottenza, tale opportunità venne persa con la redazione dell’ultimo “Piano Regolatore Generale degli Acquedotti” che venne approvato definitivamente senza alcuna valida opposizione; non si volle capire che l’utilizzo di parte di quell’acqua per uso potabile, non solo avrebbe giovato alla cittadinanza Trapanese, ma avrebbe aiutato senza per altro togliere le necessarie risorse all’uso agricolo, anche l’agricoltura, permettendo ai Consorzi gestori di potere incassare lauti compensi per la concessione di un’acqua che, data la sua destinazione, viene considerata “commerciabile” e quindi ricca e non far pesare per intero la gestione delle strutture solo sull’agricoltura. Tali ragionamenti, purtroppo per i cittadini Trapanesi, sono stati sviluppati da una Società privata: Siciliacque spa che ha richiesto e ottenuto nel 2009 un’autorizzazione allo sfruttamento per uso potabile di parte dell’acqua invasata nel ”Rubino” previo trattamento di potabilizzazione, credo che allo stato attuale non è stato ancora posto in essere alcun intervento. Riteniamo che, se pur di difficile raggiungimento, l’obiettivo inerente, l’ottenimento della Concessione dell’acqua potrebbe essere realizzabile, facendoci forti del fatto che a richiederla e a gestirla sarebbe l’Ente pubblico per eccellenza: un Comune, tutto ciò in perfetta conformità a come si è espresso il popolo italiano e in particolar modo siciliano in sede di consultazione referendaria. Con la realizzazione di tali interventi potrebbe essere garantite l’auspicato raggiungimento dell’obiettivo: acqua 24 ore su 24. Infine, non va tralasciato che con Legge Regionale n. 19 dell’11 agosto 2015 la Regione ha reintrodotto gli Ambiti territoriali ottimali (ATO) coincidenti con le zone omogenee dei bacini idrografici o con i preesistenti Ambiti territoriali ottimali (ex Provincie), in ogni Ambito è costituita un’Assemblea territoriale idrica dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia amministrativa, contabile e tecnica. In questo momento, come per la precedente legislazione sugli ATO idrici si è in fase di stallo, per l’ATO di Trapani non si è ancora nominato il Presidente, per una presa di posizione dei Comuni il cui servizio, ancora oggi, è gestito dall’EAS (in perenne stato di liquidazione e che non è nelle condizioni di potere porre in essere alcun tipo d’intervento), infatti, i singoli Comuni dovrebbero rientrare in possesso delle reti idriche e gestire in proprio il servizio, ritengo pura follia se prima non si deciderà la forma di gestione e chi dovrà gestire il servizio idrico integrato dell’Ambito; ma detti Comuni frenano qualsiasi passo verso il raggiungimento di tale auspicabile realizzazione che sicuramente porterebbe a un periodo caotico, ma getterebbe le basi per il futuro con la certezza della risoluzione di moltissime problematiche che fino ad oggi hanno impedito l’evolversi del servizio idrico integrato, specialmente per i piccoli Comuni. Come già accennato ripensare il sistema idrico di distribuzione e reperimento passa inevitabilmente ripensando ad un nuovo “dissalatore”, di concezione tecnica totalmente diversa dall’attuale con costi di produzione paragonabili ai potabilizzatori; della realizzazione di un potabilizzatore per potere rendere utilizzabili tutte le acque sotterranee e fluenti che attualmente risultano non destinabili al consumo umano; oggi è impensabile proporre tali investimenti ad un singolo Comune; si potrebbero ottenere migliori condizioni economiche nei confronti di Siciliacque spa sulla fornitura di acqua potabile, per un maggior potere contrattuale, si potrebbe impostare un piano d’ambito che preveda possibilità di interscambi di risorse tecniche e non solo; si potrebbero realizzare finalmente un laboratorio all’interno dell’Ambito, per altro imposto dalla legge, necessario e indispensabili per il controllo immediato della qualità dell’acqua sia potabile che depurata, potendo programmare negli anni, la possibilità dell’utilizzazione dei reflui per usi anche civili e perché no “potabili”, avendo la certezza di un controllo pubblico costante che garantirebbe la possibilità di immediati interventi a salvaguardia della salute pubblica, in caso di improvvise anomalia di funzionamento degli impianti; si creerebbero ulteriori posti di lavoro anche per specialisti del settore che oggi sono costretti a cercare fuori ciò che potrebbero trovare nella propria città.

          I rifiuti, CCR, Progetto rifiuti zero

          • Il primo intervento immediato sarà quello di riorganizzare la pulizia della città e la raccolta dei rifiuti, eliminando gli inconvenienti degli ultimi anni. Progetto rifiuti zero, significa introdurre i meccanismi della raccolta intelligente, con cassonetti a scomparsa per la differenziata. Significa smaltire tutti i rifiuti solidi urbani prodotti nel territorio, attraverso il riuso ed il riciclo per mezzo dei consorzi nazionali. Significa eliminare le discariche e attivare procedure di produzione energetica nei cosiddetti mini-termovalorizzatori di prossimità di terza generazione (ad emissioni controllate). L’immediato spostamento del CCR della litoranea
          • Promuovere un’economia circolare per l’ambiente, un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi riducendo al massimo gli sprechi DRS (Deposit Return System);
          • Il posizionamento spot (area industriale, aree mercatali, parcheggi supermercati, ecc) di raccoglitori automatici di vetro e plastica, con rilascio di ricevuta per sgravio fiscale, di buoni spesa, o contanti alle casse degli stessi supermercati.

          Impianto di trattamento RSU; ammodernamento impianto Bio gas, mini termovalorizzatore (prendere a modello il “Sistema Peccioli – Belvedere S.p.A.”, consistente in una sinergia tra il Comune (soggetto deputato a delineare le linee guida strategiche), la Trapani Servizi S.p.A. (soggetto che dovrà creare ricchezza e occupazione trasformando i rifiuti in biogas, energia elettrica, compost, plastica, ferro ecc.) e l’eventuale Fondazione Culturale “Drepanum” o altra entità che coordinerà il sistema culturale cittadino, alla quale sarà destinata una parte degli utili generati dal ciclo dei rifiuti, per realizzare attività di rilevanza sociale e culturale.);

          Le reti, fognatura e acqua, illuminazione pubblica

          • Completamento della rete idrica di distribuzione in tutto il territorio, soprattutto nelle frazioni e a villa Rosina. Efficentamento della rete di erogazione idrica del centro storico. Attivazione della cisterna del Bastione dell’impossibile per il servizio dell’acqua al porto. Utilizzo delle cisterne del ex dissalatore;
          • La luce è sicurezza e va assicurata anche nelle zone più isolate, soprattutto nelle frazioni;
          • Potenziamento/implementazione degli impianti illuminanti pubblici alimentati da fonti di energia alternativa;

          Energia

          • Il Piano energetico comunale, sarà redatto nei termini di legge e saranno individuate, nella revisione del PRG, le zone eventualmente utilizzabili per impianti extra urbani di energia alternativa, con la massima attenzione alla salvaguardia del paesaggio.
          • Piano di efficentamento energetico del centro storico: sulla base delle ultime innovazioni nel campo degli elementi per la produzione energia alternativa, concordare con la soprintendenza tutte le tipologie di impianti eolici e fotovoltaici da autorizzare per le ristrutturazioni, sia degli immobili pubblici che di quelli privati. Il Centro storico quartiere pilota nel mediterraneo come città intelligente;
          • Riqualificazione energetica di tutti gli immobili di proprietà pubblica e dell’illuminazione stradale. Nessun intervento del Comune nei decenni passati ha ricompreso l’aspetto energetico e si è attenuto alla direttiva comunitaria in materia di obblighi del settore pubblico;
          • La rivoluzione energetica, culturale ed economica, i quartieri intelligenti. Siamo la terra ideale per il corretto utilizzo delle energie rinnovabili al servizio dei cittadini dei suoli ed edifici pubblici. Metteremo subito in cantiere progetti, quartiere per quartiere (il primo progetto pilota potrebbe essere Villa Rosina), per creare nelle aree urbane, reti intelligenti di autoproduzione e autoconsumo virtuoso da parte dei cittadini (comunità energetica). Utilizzeremo gli incentivi previsti dalla legge mettendo anche in concorrenza tra loro le società di erogazione dell’energia elettrica e di installazione degli impianti. Nell’arco di pochi anni contiamo di dimezzare le bollette del Comune.

          Il Trasporto Locale, (TPL)

          • Immediatezza (subito autobus la domenica, nuove linee per le frazioni, nuove linee del turismo (porto, museo, funivia, spiagge)
          • Estendere ed implementare il sistema TPL (Traposto Pubblico Urbano);
          • Implementare i servizi legati alla stagione turistico/estiva (intensificazione delle corse e degli orari di servizio);
          • Servizio scuola bus (realizzazione non porta a porta ma come punto di prelievo esterno al centro storico);
          • Incremento della flotta con motorizzazioni sostenibili/green;
          • Progetto: Sistema integrato dei trasporti e della viabilità urbana ed extraurbana

          L’ATM sarà il fulcro del sistema integrato dei trasporti, attraverso l’implementazione di una serie di servizi offerti alla cittadinanza, quali gli adeguamenti dei Piani Urbani del traffico, l’elaborazione e la gestione di un Piano dei Parcheggi e della mobilità urbana, l’implementazione di un servizio di car & bike sharing ma anche mediante la stipula di un “patto della mobilità locale”, che veda raccordati in un sistema sinergico l’ATM stessa, la Funierice, gli operatori privati del trasporto urbano, extraurbano e insulare (taxisti, titolari di licenze di NCC, compagnie di navigazione per le isole ecc.), che incentivi l’uso dei mezzi di trasporto alternativi alle auto private e che possa consentire di prenotare ed acquistare biglietti on line, implementando una piattaforma on-line del trasporto locale, prevedendo un biglietto unico giornaliero, settimanale o mensile per la mobilità locale (bus, funivia, aliscafo/nave).

          I Parcheggi

          • È obbiettivo di questa amministrazione eliminare i parcheggi delle auto dalle vie principali del centro storico, quanto è bella la nostra Città antica senza le auto in sosta, a tal fine;
          • Nuovo piano del trasporto pubblico snello e capillare tra le aree di parcheggio e lunga sosta nella zona del Palailio;
          • Puntuale censimento di tutte le aree pubbliche e private, disponibili ad essere attrezzate per posti auto in moderne strutture meccanizzate di parcheggio, si tratta per lo più di aree risalenti ai crolli della guerra che rappresentano dei veri e propri vuoti urbani che possono essere funzionalmente reinserite nel tessuto urbano esistente;
          • Utilizzo efficiente delle grandi aree di parcheggio esistenti in piazzale Ilio e nelle prossimità della stazione ferroviaria;
          • Tre grandi parcheggi multipiano da collocare in posizione baricentrica tra Piazza Vittorio Emanuele, Via G.B. Fardella, e viale Regina Margherita;
          • Strisce blu al servizio del cittadino e non il cittadino al servizio delle strisce blu;

          Sicurezza e gestione delle emergenze

          • Ripristino del poliziotto di quartiere in tutte le zone della città, principalmente quelle della movida serale. Completa riattivazione del servizio di videosorveglianza, con l’utilizzo di telecamere intelligenti di ultima generazione. Collaborazione con le associazioni dei pensionati delle forze di pubblica sicurezza e dell’esercito per il controllo della sicurezza pubblica, per la gestione dei “momenti sensibili” uscita dei ragazzi dalle scuole;
          • Istituzione del numero verde comunale di pronto intervento.
          • Implementazione (con gli strumenti finanziari disponibili) dell’organico dei Vigili Urbani. Utilizzo delle previsioni di legge pe il rinforzo stagionale della Polizia Municipale. No allo storno dei fondi destinati ai servizi di Polizia Municipale, a favore di altri servizi;

          La rete digitale

          • La pandemia ci ha consegnato una realtà urbana rinnovata, dove la vivibilità è tornata prepotentemente al centro e dove, soprattutto grazie allo smart working, pare si sia invertita la tendenza all’urbanizzazione, con una riscoperta delle periferie e delle realtà lontane dai grossi centri urbani. Le città, tuttavia, si sono confermate come il luogo in cui maggiormente si è chiamati a dare una risposta ai bisogni dei cittadini, specialmente in periodi di crisi come quello vissuto durante l’emergenza sanitaria, che ha richiesto a tutte le municipalità risposte rapide ed efficaci. In questo contesto il digitale ha svolto e svolgerà un ruolo fondamentale. Per dare concreta realizzazione alla cosiddetta “quarta rivoluzione industriale” – quella dell’industry 4.0 e dell’IoT per intenderci – di cui il concetto di Smart City è autentica espressione, sarà necessario sfruttare al meglio le opportunità date dal PNRR, che dedica circa 28 miliardi di euro alle politiche di sviluppo urbano, per non parlare di tutte le misure trasversali in materia di politiche di rigenerazione urbana e potenziamento delle infrastrutture.
          • Faremo ciò lavorando per favorire l’incontro e la collaborazione tra pubblica amministrazione, imprese, mondo della ricerca e società civile, sostenendo tutti i processi di innovazione che impattano sul sistema pubblico, sullo sviluppo del Territorio, sulla vita quotidiana di cittadini e imprese.

          Progetto: Canile Intercomunale Cuddia: la cittadella degli animali (come trasformare un problema in
          un’opportunità)

          • Il canile ubicato in contrada Cuddia è la classica opera pubblica trasformata in “cattedrale nel deserto”. Indubbiamente la sua lontananza dal perimetro urbano costituisce elemento di pregiudizio per la sua messa in esercizio ma “ripensare” questa struttura come un’entità non dipendente dal circuito urbano bensì un’insula autonoma dedicata agli animali e agli animalisti, nella quale si possano prevedere sia spazi per gli animali che attività per l’intrattenimento e lo svago delle famiglie proprietarie di animali o di amanti degli stessi, quali, ad esempio: aree barbecue, aree giochi per bambini e aree di sgambamento per animali domestici
          • Il canile potrebbe anche diventare un erogatore di servizi come ad esempio toelettatura per cani e gatti, ambulatorio veterinario, pensionato per animali, vendita di prodotti specifici ecc..
          • Tale modello di gestione trasformerebbe il peso di una struttura decentrata in un’opportunità per la comunità e in un’occasione di lavoro nel settore specifico dei servizi agli animali.

          Dimmi cosa ne pensi

            La fondazione DREPANUM

            Progetto: La Fondazione arte/cultura

            • Accanto alle infrastrutture materiali, nella nostra città occorre per una grande rinascita culturale, un infrastruttura di pensiero e degli eventi che rilanci, il sapere e la cultura trapanese, partendo dalla riorganizzazione di cui già dispone, per arrivare ad una progettualità unica, originale vincente. Le Fondazioni che si occupano di arte e cultura operano nell’ambito sociale che riguarda la tutela e la valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale, la promozione dell’attività culturale e dell’arte (ad esempio attraverso eventi, esposizioni, visite guidate), le arti performative, i media, la musica, e luoghi culturali come i cinema, i teatri, i musei, le biblioteche, i centri di documentazione, gli archivi. Le fondazioni come strumento di gestione dei beni culturali; Quando si parla di “fondazioni culturali” si pensa di solito a un tipo generale di fondazione che si occupa di cultura. Dal punto di vista giuridico, si tratta in realtà di un tipo di fondazione previsto specificatamente dalla legge. La prima normativa che si è occupata della materia è stato il decreto che ha istituito il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (D. Lgs. 368/1998; “MIBACT” o “Ministero”), che si occupava, all’art. 10, appunto di disciplinare le forme attraverso cui il MIBACT poteva gestire i propri beni, stabilendo in particolare che esso avrebbe potuto “stipulare accordi con amministrazioni pubbliche e con soggetti privati” e “costituire o partecipare ad associazioni, fondazioni o società”. La norma è stata abrogata, e oggi la disciplina è contenuta per lo più nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D. Lgs. 42/2004) agli artt. 112 (“Valorizzazione dei beni culturali di appartenenza pubblica”) e 115 (“Forme di gestione”). Tramite una articolata costruzione normativa, il Codice prevede la possibilità di creare fondazioni miste pubblico/private per la gestione dei beni culturali di proprietà pubblica, il tutto nell’ottica di una loro più proficua valorizzazione. Ricordiamo che si intendono per “beni culturali”, ai sensi del Codice, quei beni che presentano un “interesse culturale”, che può essere “artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico” e che la valorizzazione consiste “consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso, anche da parte delle persone diversamente abili, al fine di promuovere lo sviluppo della cultura. … La Repubblica favorisce e sostiene la partecipazione dei soggetti privati, singoli o associati, alla valorizzazione del patrimonio culturale” (art. 6). Come dicevamo, la funzione principale di questo tipo di fondazione è dunque principalmente quella di gestire e valorizzare i beni culturali di proprietà pubblica. Ciò avviene tramite la costituzione di un partenariato tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e, in generale, gli enti pubblici che detengono i beni culturali, e i soggetti privati, in grado, con le loro risorse finanziarie, di poter meglio svolgere questa funzione. Tipicamente, la fondazione culturale è costruita sul modello della fondazione di partecipazione, fattispecie atipica nata dalla prassi notarile e caratterizzata dalla sintesi dell’elemento patrimoniale, tipico delle fondazioni, e dell’elemento personale, tipico invece delle associazioni (Bellezza-Florian, Le Fondazioni del terzo millennio). Una delle caratteristiche principali è che beni culturali di proprietà pubblica vengono conferiti dall’ente pubblico (tipicamente il MIBACT) in uso nel patrimonio della fondazione e, nel caso di estinzione di questa, essi torneranno nella disponibilità dell’ente. L’ente pubblico fondatore, mediante modalità di evidenza pubblica, seleziona poi i soggetti privati in grado di garantire, soprattutto sotto il profilo finanziario, il raggiungimento dei risultati di gestione stabiliti. I soggetti privati possono intervenire sia come fondatori sia entrare a far parte della fondazione in un momento successivo. Qual è il vantaggio che un soggetto privato può trarre dall’entrare a far parte di una Fondazione Culturale? Probabilmente si tratta di un vantaggio analogo a quello che si ricava attraverso la sponsorizzazione: l’associazione del nome e del marchio di un’impresa privata al patrimonio culturale nazionale genera infatti un grande ritorno di immagine, come dimostra il crescente impiego da parte delle imprese del contratto di sponsorizzazione o del c.d. art bonus.

            ART Bonus

            • L’art bonus è nato nel 2014 per intercettare donazioni e investimenti privati a favore del patrimonio culturale del nostro Paese, prevede un credito d’imposta per le erogazioni liberali a sostegno della cultura e dello spettacolo, che a partire dal 2008 avevano visto calare drasticamente gli investimenti pubblici. Lo scopo di reperire fondi non è l’unico proposito di tale istituto, ma anche la creazione di un legame tra pubblico e privato che sia stabile e duri nel tempo, al fine di responsabilizzare la partnership privata nella promozione e la tutela del patrimonio culturale, come citato nell’articolo 9 della Costituzione. Gli interventi che si possono sostenere con un’erogazione liberale sono di tre tipologie: – Interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici. Sostegno a istituti e luoghi della cultura pubblici, fondazioni lirico sinfoniche, teatri di tradizione ed altri Enti dello Spettacolo; – Realizzazione, restauro e potenziamento di strutture di enti e istituzioni pubbliche dello spettacolo. L’art bonus ha introdotto il concetto di mecenatismo e ha avuto il merito di portare all’attenzione pubblica il tema del patrimonio culturale materiale e della sua necessità di una tutela e valorizzazione dell’impossibilità di gestione da parte del pubblico. A sette anni dall’introduzione questo strumento sono state raccolte 26.18224 donazioni raggiungendo un valore superiore di circa 500 milioni di euro.
            • Si lavorerà per realizzare un sistema culturale integrato, caratterizzato da sinergie programmatiche ed operative tra l’Ente Luglio Musicale Trapanese e la Biblioteca Fardelliana e tra questi ultimi e il Museo Regionale “Conte Agostino Pepoli”, l’Unione delle Maestranze, gli operatori culturali del comparto privato (settore artistico e delle arti figurative) e il comparto turistico. Tale sistema vedrà messi a regime e rifunzionalizzati, come contenitori culturali e produttivi, diversi immobili cittadini quali, ad esempio, come si è accennato in precedenza, il Palazzo Lucatelli, il Teatro Pardo, i manufatti e gli spazi di Villa Margherita. Sarà valutata l’opportunità di costituire un’entità di raccordo, che potrà concretizzarsi in una fondazione, in una società o consorzio, in base alle esigenze e alle opportunità che emergeranno in fase di attuazione del progetto sopra esposto in sintesi.

            Ridare a Trapani il suo Teatro

            C’è stato un tempo in cui Trapani ha avuto un suo teatro. Un vero teatro, capace di ospitare un pubblico di 700 persone. Si trovava a piazza Scarlatti, nel punto dove oggi sorge la Banca d’Italia. Era l’originario “Real Teatro Ferdinando”, in onore del re Borbone, che con l’unità d’Italia venne ribattezzato “Teatro Garibaldi”. I lavori per la sua realizzazione partirono il 13 febbraio 1843 e si conclusero nel 1849, anno in cui venne inaugurato con la rappresentazione della norma di Bellini. Un vero e proprio fiore all’occhiello della città, che fu voluto con forza dai trapanesi, che si autotassarono lanciando una sottoscrizione per raccogliere i fondi necessari per realizzare l’opera. Fecero a gara, ognuno per le proprie disponibilità. Altre generazioni di trapanesi. Quelle che vennero dopo fecero scelte ben diverse. E piuttosto che recuperare il teatro della città, dopo i danni subiti durante la seconda guerra mondiale, lo fecero demolire.(descrizione in estr. da articolo giornalistico “Quando a Trapani c’era il Teatro” di Mario Torrente aprile 22 2020).

            Se la stazione diventa un teatro

            • Sono circa 1.700 in tutta Italia e sono le «nuove» stazioni ferroviarie concesse in comodato d’uso gratuito ad associazioni e comuni. Da quando infatti le Ferrovie dello Stato hanno applicato un sistema centralizzato di controllo dei binari e sono state inserite le biglietterie automatiche, moltissime stazioni italiane sono rimaste senza personale, abbandonate a loro stesse e praticamente disabitate. Le stazioni, forse più di ogni altro luogo urbano, corrono da sempre rischi di dequalificazione sociale e ambientale, in quanto costituiscono storicamente un polo di attrazione e un punto di concentrazione sul territorio di molte forme di disagio. Questo rischio è ancor più pressante laddove le stazioni, per l’evoluzione tecnologica, non hanno più richiesto la presenza fisica del personale ferroviario, perché gestite centralmente tramite sale operative distanti anche centinaia di chilometri.
            • Pensiamo che Rigenerare un patrimonio immobiliare come la stazione ferroviaria di Trapani trasformandola in un Teatro coperto sia il percorso più corretto da intraprendere nella visione di Trapani 2023. Offrire una nuova vita a magazzini merci, sale d’attesa, uffici e appartamenti dei capostazione che hanno perso, con l’evoluzione del sistema ferroviario, la loro funzione originaria. Ed proprio in questi spazi che come in un crescendo wagneriano trovano collocazione ambienti tecnici e spazi pubblici, dove oggi arrivano quei pochissimi treni trova collocazione la parte scenica come in una cavea naturale in questa area troveranno spazio gli apparati tecnologici di palcoscenico e retro palco in grado di consentire la realizzazione di opere musical, ovvero passare dalla prosa alla musica alle grandi produzione con grande agilità, nel grande spiazzale di attesa verrà costruita la platea da 800 posti (1400 è il numero dei posti del teatro Massimo di Palermo uno tra i più grandi in Europa) ed il foyer, tutti i servizi accessori (camerini, sale prove, bar, ristoranti, attività commerciali, ecc.) verranno collocati all’interno dell’originale fabbricato viaggiatori, in fine una grande copertura definirà l’architettura del luogo e dello spazio fisico del teatro. Caduta la necessità di tenere recintato lo spazio esterno, e cessata la funzione dei binari, lo spazio compreso sarà aperto alla città liberando il fronte sud verso la piazza G. Ciaccio Montalto dalle numerose superfetazioni commerciali presenti, e sul lato nord verranno aperti i varchi per mettere in comunicazione la centrale via G.B. Fardella e la Via Virgilio. Non solo un Grande Teatro degno della storica cultura Trapanese ma una tra le più importanti opere di riqualificazione urbanistica mai fatte in città.

            Progetto: il sistema” Villa Margherita

            • Richiesta apposizione di vincolo sul concept del Teatro Di Stefano (teatro d’opera nel giardino pubblico ottocentesco) e creazione di un sistema di valorizzazione della villa comunale, attraverso l’integrazione organica e funzionale tra il giardino pubblico, il teatro all’aperto, il museo delle attività musicali trapanesi, da realizzare nel vecchio asilo in stile liberty e il caffè letterario col teatro ridotto ubicato nell’area a nord ovest del giardino pubblico, aperto anche in inverno e con una programmazione di attività musicali, culturali e d’intrattenimento, sia per adulti che specificamente dedicate ai bambini.

            Progetto: “Campus” Teatro Pardo

            • Accelerazione iter di ristrutturazione, rifunzionalizzazione e messa in esercizio del Teatro Pardo, della sua foresteria e dell’arena esterna, ad opera dell’Ente Luglio Musicale Trapanese, attraverso la realizzazione di attività musicali, teatrali e di formazione nel campo artistico e dei mestieri dello spettacolo, aperte anche al quartiere e all’associazionismo diffuso ma anche attraverso l’organizzazione, attraverso un rapporto sinergico con il Conservatorio “A. Scontrino”, di campus e residenze finalizzate all’interscambio tra gli artisti del territorio e i loro omologhi provenienti dai vari paesi del mondo.

            I palazzi storici della Fondazione

            • Nei centri storici esistono edifici di pregio, testimoni delle varie epoche che l’uomo e l’architettura hanno attraversato. Nati secoli o decenni fa per uno scopo ed una funzione, magari oggi non più possibile e per i quali si presenta spesso il classico dilemma: li conserviamo-mummifichiamo quali “oggetti” semplicemente da osservare quasi fossero un bel vaso, oppure, ricorrendone le condizioni, possiamo riportarli a nuova vita, restaurandoli, assegnando loro nuove destinazioni compatibili con i loro valori intrinsechi?
            • Restauri e nuova vita:
            • Palazzo Locatelli, da restaurare l’edificio che per oltre 600 anni, sino al 1968 ha ospitato l’Ospedale Sant’Antonio. Oggi di proprietà della città di Trapani attraverso il luglio musicale (73%) ed il Comune (27%) giace da decenni al rischio crolli. La nostra idea progettuale prevede di restituire alla città un moderno contenitore di arti cultura e mestieri;  Ex Convento di San Francesco di Assisi, oggi pressoché inutilizzato. La nostra idea progettuale prevede la realizzazione della prima Mediateca cittadina, la rappresentazione in foto e video della storia della città di Trapani attraverso i temi antropologici;
            • Palazzo de Filippi, sarà la sede di Rappresentanza della “Fondazione Drepanum”;
            • Complesso San Domenico, I due chiostri ed il giardino a servizio della comunità, spazi pienamente fruibili il piano terra dotato di attività commerciali come bookshop lounge, spazi espositivi, concert hall, al piano superiore Fablab, incubatori d’impresa, gli uffici del luglio musicale;
            • Palazzo San Giacomo, sede della biblioteca Fardelliana, nuovo sistema di fruizione e valorizzazione del suo grande patrimonio librario;
            • Villa Margherita e Casina delle palme, come sedi la prima del più prestigioso teatro lirico all’aperto di Sicilia, e la seconda di un piccolo teatrino da intrattenimento. Saranno conferite alla fondazione che ne curerà anche la manutenzione e l’apertura al pubblico, anche la sera, riattivandone il bar e i punti per attività ricreative, potranno diventare veri salotti a disposizione dei cittadini;
            • Chiederemo al Libero consorzio dei comuni trapanesi, che aderisca alla fondazione conferendovi alcuni immobili storici della città tra i quali certamente, Villa Nasi, l’ex carcere di via San Francesco, Palazzo Riccio di San Gioacchino, Palazzo Riccio di Morana (e ciò anche a parziale ristoro degli oneri sostenuti dal comune di Trapani per mantenere in vita gli enti culturali improvvisamente abbondonati dalla ex provincia).

            I palazzi storici monumenti e luoghi della storia

            • Vecchio Tribunale via San Francesco, da aggregare al Liceo Classico, per meglio definire la collocazione in centro storico dei licei trapanesi;
            • Antico mercato del pesce. Restaurato senza idee, e quindi oggi utilizzato, saltuariamente, per fugaci iniziative di genere diverso. Pensiamo possa diventare con i giusti interventi il centro della promozione turistica della città di Trapani il nuovo touring center cittadino;
            • Basolati da completare nel centro storico;
            • Piazza San Pietro, Corso Italia e Piazza Sant’Agostino/Scarlatti, procedura di concorso di idee per una radicale risistemazione a settanta anni dallo scempio Caracciolo;
            • Riqualificazione della punta della città. Collegamento al belvedere dalla fine di via Carolina a piazza Scala d’Alaggio e al piazzale antistante il Lazzaretto, con passaggio pedonale verso la colombaia;
            • L’archivio di Stato, nuova sede centro culturale degli archivi civici pubblici e privati;
            • Recupero dell’ex fabbrica del Ghiaccio lungo la passeggiata sulle mura di Tramontana con destinazione di servizi collettivi/turistici;
            • I tanti altri edifici storici della città antica, pubblici e privati, da Torre Lighy al Principe di Napoli, da Palazzo della Giudecca a Palazzo Saura, solo per fare alcuni esempi, dovranno essere restaurati, e dovranno trovare giusto utilizzo collettivo. Risorse private, fondi europei, concessioni di lungo periodo, incentivi al cambio di destinazione d’uso, questi ed anche altri saranno gli strumenti finanziari a sostegno di questo imponente lavoro di recupero.
            • Residenzialità, incentivi al ritorno dei residenti nel centro storico attraverso le previsioni di piano particolareggiato che dovranno consentire accorpamenti sistemazioni interne delle vecchie abitazioni dei quartieri popolari di Casalicchio, Giudecca San Francesco, Barracche e cosi via;
            • Incubatori creativi Palazzo Locatelli/ Edificio conventuale San. Domenico Il fermento artistico, creativo e culturale è una risorsa fondamentale per attraversare il momento di transizione che stiamo vivendo definendo nuove visioni, strategie e risposte per la nostra città.

            La creazione, nella forma giuridica più idonea, di una struttura dedicata all’innovazione Urbana che supporti il Comune di Trapani nella costruzione di un percorso permanente, policentrico e diffuso di dialogo e collaborazione fra le istituzioni e gli artisti, gli operatori e le realtà culturali cittadine: un incubatore creativo che accompagnerà tutta la durata del mandato partecipando attivamente alla cura condivisa della città, definendo nuove risposte ai bisogni del settore culturale e alimentando l’immaginazione collettiva necessaria per rispondere alle sfide urbane che saremo chiamati ad affrontare. Uno strumento innovativo attraverso il quale la città possa sperimentare nuovi strumenti e canali permanenti di dialogo e costruzione condivisa delle politiche metropolitane che vedranno protagonisti lavoratori, lavoratrici, realtà e istanze del mondo artistico e culturale (enti capofila luglio Musicale/ Biblioteca Fardelliana, partener esterni quali associazioni culturali appartenenti al comparto privato.

            • Il Quadrilatero delle esposizioni: messa a sistema delle aree espositive di Palazzo Lucatelli, col Museo d’Arte Contemporanea San Rocco e con La Salerniana, per un’offerta culturale/museale integrata

            I percorsi della Tradizione i Misteri e la precessione del venerdì Santo

            • Sono tanti i momenti in cui Trapani ed Trapanesi celebrano i loro sentimenti di religiosità e tradizione, di legame alla città ed alla sua storia, di coesione sociale attraverso eventi civici. Ed ancora ve ne sarebbero da organizzare. La Processione dei Misteri non ha bisogno di alcun commento, ma solamente di maggior attenzione concreta da parte dell’istituzione comunale non di sola esteriorità, anzi in un maggior rispetto della autonomia delle Maestranze che da secoli ne curano il mantenimento non solo in occasione della uscita. La Processione mantiene nei secoli la sua importanza di principale evento, assieme a tutto il complesso dei Riti delle Processioni dell’intera Settimana Santa, della “Tradizione trapanese” al giorno d’oggi di evento dalla maggior attrattiva culturale per il turismo. Non vi è bisogno di affermare che Trapani senza Misteri sarebbe come un corpo senza anima. Accanto ai Misteri sono molte le altre attività da proteggere sostenere. Dalla attività legate al culto di San Francesco di Paola quelle delle celebrazioni di Santo Alberto Patrono della Città della nostra Madonna Patrona della Diocesi. Attivare una migliore gestione degli eventi collegati alle loro ricorrenze celebrative che contrassegnano la prima metà dell’agosto trapanese. Eliminare contrasti, incomprensioni disagi con la Autorità Ecclesiastica, con gestori dei pubblici esercizi delle attività commerciali, con l’organizzazione tutti gli altri eventi religiosi, di promozione culturale, di sensibilizzazione sociale che si svolgono nell’intero territorio comunale. Certamente anche la Fondazione “Drepanum” avrà un ruolo fondamentale nel raccordo tra istituzione comunale associazioni che curano singoli eventi, con il compito di sottolineare durante tutto l’anno la loro importanza religiosa, sociale storica. Un Museo dedicato alle tradizioni religiose popolati potrà trovare sistemazione nella ristrutturazione del complesso di palazzo Lucatelli, con una galleria dedicata al Museo degli arredi dei Misteri e dalla attività di ricerca storica ed antropologica della millenaria presenza della Religione Cristiana Trapani con un annesso laboratorio di restauro manutenzione.

            Il consorzio universitario ed il suo campus nuovo attrattore culturale fra ricerca ed innovazione

            • Nel panorama di un rilancio della cultura a Trapani un ruolo fondamentale assume l’Università. Certamente siamo tutti convinti che la presenza dell’Università in una realtà dalla proiezione Mediterranea con la nostra futura Città dovrà rivedersi meglio orientare. Si dovrà rivedere anche logisticamente nell’ottica di una esplosione delle presenze, non solo locali, di studenti attratti da nuovi corsi nuove specializzazioni anche post-universitarie. Trapani in particolare dovrà attrezzare spazi di qualità per gli studenti, per la loro presenza non solo alle lezioni, ma in tutte le forme di socializzazione didattica in cui si articola una grande realtà universitaria.

            Progetto: Campus Universitario Trapani;

            • Riferito alle università indica dunque un complesso di edifici articolati che oltre alle aule e laboratori comprendono sulla stessa area, il Campus appunto, biblioteche, impianti sportivi, residenze universitarie, aree a verde. Riferirsi ad un Campus connota dunque una offerta didattica articolata e attenta alle esigenze di chi lo frequenta. Le sedi universitarie in particolare quelle non pubbliche tendono a divenire sempre più dei centri integrati di servizi da offrire, per attrarre e implementare le iscrizioni. Il nostro concetto di Campus è quello di un “organismo” che tende a diffondersi all’interno delle aree urbane anche di medio-piccole dimensioni ponendosi come servizio generale. All’aumento dei corsi di laurea e del numero di iscritti la sede universitaria delle città tenderà a diffondere sul territorio i dipartimenti e questo pone un’opportunità di riorganizzazione urbana, attraverso riuso di edifici pubblici e di rapporto tra questi e la città; In queste “nuove centralità urbane” la presenza universitaria assume grande importanza per il peso che assume e per le occasioni che innesca, quindi costituisce una risorsa non solo economica per la presenza di migliaia di studenti, ma anche in termini di possibile rigenerazione urbana;
            • Convenzione con l’Università per la formazione del personale del Comune;
            • L’università protagonista dei grandi progetti;

            Il Consorzio Universitario – I centri di ricerca – Lo sportello Europe Direct: una nostra risorsa sconosciuta. Deve rimanere struttura di supporto e promozione per le attività accademiche insediate a Trapani, la quota di partecipazione del Comune di Trapani dovrà confluire nella Fondazione “Drepanum”. Promuovere la partecipazione di tutti i Comuni del Libero Consorzio di Trapani, a sostegno dell’attivita del Consorzio Universitario. Sempre maggiore attenzione alle Associazioni Studentesche ed ai singoli studenti – più corsi universitari legati al mercato del lavoro territoriale, più giovani che studiano: cresce la cultura e cresce ‘economia. Promuovere collegamenti e gemellaggi con le altre Università del Mediterraneo, Tunisi prima di tutte, promuovere le missioni archeologiche e scientifiche di Università del Mondo a Trapani e nel suo territorio, ancora in gran parte archeologicamente da scoprire. Rapporti culturali con Cina e Stati Uniti. Centri di ricerca: cerniera tra Università, scienza ed impresa. Recuperare le attività dell’Istituto di Tecnologia Avanzata (I’T.A.) costituito dalla Provincia, dal Consorzio Università e dal Comune di Trapani nel 2006, dotato di laboratori d avanguardia per la ricerca nel settore delle nanotecnologie, oggi in gravi difficolta. Laboratorio di Biologia Marina: fiore all’occhiello del Consorzio Universitario Trapanese è un esempio di come Trapani possa essere punto di riferimento scientifico per l’intera area Mediterranea. Lo Sportello Europe Direct: una nostra risorsa sconosciuta ai più: grazie al grande lavoro del prof. Giovanni Curatolo il Consorzio Universitario Trapanese ha partecipato all’aggiudicazione, vincendo, uno dei sol ventidue posti riservati all’Italia, in seno al bando europeo per l’apertura di uno sportello Europe Direct, cioè di una struttura in contatto diretto con Bruxelles pe la presentazione di progetti finanziati dalla Unione Europea.

             

            Dimmi cosa ne pensi

              E’ urgente un ripensamento globale dell’intero servizio del Settore Sociale che non lo veda più solo come il luogo dell’assistenza al disagio, ma come il luogo dell’attuazione dei diritti costituzionali dei cittadini, senza distinzione di provenienza, sesso età e condizione personale. Negli ultimi vent’anni, la nostra città è stata soggetta a profondi mutamenti socio-demografici che – ancor prima della crisi pandemica – hanno trasformato la fisionomia della comunità locale e hanno posto sfide inedite per il sistema di welfare. Aumento della popolazione anziana e aumento della cittadinanza straniera, diminuzione delle nascite ed emigrazione italiana e straniera con conseguente calo della popolazione giovanile, aumento delle difficoltà economiche sono solo alcuni degli aspetti multiproblematici che il “territorio” ed in particolare i servizi sociali si sono trovati ad affrontare insieme al costante calo strutturale dei trasferimenti al settore avviato già a fine anni 2000. Le continua diminuzione delle risorse per il settore, ha portato alla precarizzazione delle Assistenti Sociali, che hanno il ruolo di cerniera tra cittadino in stato di fragilità ed amministrazione. Inoltre, i Piani di zona del Distretto Socio-Sanitario D50, del quale il Comune di Trapani è capofila, da tempo evidenziano la sottrazione risorse all’associazionismo sociale e la loro impropria destinazione per l’erogazione di servizi che dovrebbero essere finanziati con risorse diverse.

              Progetto: Lo sportello sociale.

              Nell’ambito della tutela di tutte le fragilità, in considerazione della difficoltà per alcune persone di accedere ai luoghi del servizio, diventa di primaria importanza semplificare e territorializzare sempre di più gli accessi ai servizi sociali. Il tema della collocazione delle strutture di servizio, nell’ottica di una città policentrica, democratica e partecipativa, si configura come tema centrale per la concretizzazione dell’idea portante di servizio: incontrare i bisogni e trovare le risposte insieme. Una risposta adeguata a questa esigenza base, per esperienze già fatte altrove, sembra essere lo Sportello Sociale (sull’esempio dei comuni di Napoli e Bologna) che si configura , a tutti gli effetti, come il primo luogo di accesso e accoglienza dei cittadini. Lo immaginiamo dislocato nei quartieri con la presenza costante di persona professionalmente qualificata all’ascolto e a conoscenza di tutte le soluzioni possibili per la casistica presentata (assistente sociale o persona formata allo scopo).

              Lo Sportello Sociale:

              • offre ascolto, informazione e orientamento in caso di difficoltà come la cura e la tutela dei figli, l’accudimento di una persona non autosufficiente o con problemi economici e/o di inserimento sociale;
              • è il luogo in cui trovare un aiuto per le criticità della vita quotidiana (ad es. conciliare gli orari di lavoro con gli orari di cura dei figli soprattutto nel caso di famiglie monogenitoriali) ma anche il luogo in cui offrire disponibilità per attività di volontariato.
              • offre informazioni sui servizi erogati da altre istituzioni, e dedicati a problematiche sociali (Azienda USL, Associazioni di volontariato, centri di ascolto, le parrocchie ecc.).
              • prende in carico la persona che si presenta o il nucleo familiare e lo accompagna per tutta la durata dell’intervento stesso.
              • elabora un nuovo progetto di organizzazione dei servizi sociali, finalizzato alla transizione dall’attuale sistema arcaico-assistenzialistico ad un modello dinamico capace di dare risposte ai nuovi bisogni e di vedere nella solidarietà e nella sussidiarietà un supporto funzionale a dare prospettive a chi è rimasto indietro piuttosto che una condanna all’assistenzialismo perpetuo.

              Lotta alle disuguaglianze in tutte le sue manifestazioni, il garante della solidarietà

              • E un esponente del mondo sociale di alta e specifica competenza che, grazie ad un apposito regolamento da approvarsi al più presto, avrà il compito di esaminare tutte le delibere e le attività comunali, così da garantire la loro conformità ai principi della solidarietà sociale. Il Garante dovrà collaborare alla redazione annuale del “rapporto sociale” del Comune. Esempio specifico: rivedere e controllare le graduatorie degli aventi diritto dell’assegnazione delle case popolari. Coltivare i rapporti col Tribunale del malato;

              Un nuovo patto tra Comune e ASP per garantire sostegno ed assistenza domiciliare sanitaria in tutto
              il territorio

              Il Comune assicurerà la dovuta collaborazione all’Azienda Sanitaria Provinciale e al mondo delle associazioni di volontariato dedicate all’assistenza di tutte le diverse forme di disabilità, per garantire:

              • trasporti specializzati da casa ai centri di riabilitazione;
              • assistenti di sostegno, supporti logistici e luoghi di terapia occupazionale;
              • campagne di prevenzione e nelle diagnosi precoci: gli elenchi delle malattie gravi d’intesa che vedano il Comune parte attiva con l’Asp;
              • uno speciale osservatorio, di concerto con l’Asp, per l’individuazione di emergenze sanitarie non riscontrate o difficilmente riscontrabili;
              • la città dei defibrillatori.

              Inoltre, il Comune provvederà a:

              • prevedere spazi sociali attrezzati per bambini ed anziani e centri sociali in tutto il territorio;
              • risanare il centro Nino Via, dedicandolo interamente al volontariato e all’assistenza alle fasce di popolazione più deboli;
              • garantire la stretta osservanza delle norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche e dei protocolli a tutela dei diversamente abili. Una Città che si rispetti deve assicurare una perfetta agibilità dei luoghi e dei servizi a tutti! Ciò diventa essenziale anche nella qualità dell’accoglienza per i turisti. Ed ancora, spiagge, percorsi e passeggiate, luoghi di cultura: tutto dovrà essere accessibile a chiunque lo desideri.

              Il volontariato, incentivare la sussidiarietà pubblico/privato

              • Fare squadra con il mondo dell’associazionismo e del volontariato (es. dalla Croce Rossa a Mondo Donna). Attivare tutti gli obblighi di Protezione Civile, con piani specifici della prevenzione dell’emergenza, organizzati in maniera da consentire un completo soddisfacimento delle esigenze sociali collegate e d’intesa con le associazioni di volontariato della Protezione Civile;

              Le grandi opere sociali della tradizione Trapanese, Il Serraino Vulpita, l’Ospizio Marino Sieri Pepoli

              • Riacquisirne il grande patrimonio, anche immobiliare, per poterne mettere i benefici a disposizione degli interventi sociali in città.

              Il Cimitero

              Immediata soluzione dell’emergenza, una priorità assoluta.

              • Il cimitero di Trapani senza pace, 176 salme in attesa di sepoltura al cimitero di Trapani. Una situazione davvero incresciosa e per primi sono i defunti a non riuscire ad averne, alla faccia del loro “eterno riposo”. Ad essere riaffiorato è un problema che si trascina da anni, vale a dire l’emergenza loculi. I lavori effettuati nell’ultimo ventennio sono sempre stati limitati, non sicuramente lungimiranti e spesso, gira e rigira, ci si ritrova sempre punto e a capo a parlare sempre degli stessi problemi di carenza di spazi.
              • E essenziale che la riorganizzazione dei servizi cimiteriali passi da una radicale revisione, delle metodologie oggi applicate. I nuovi servizi forniti dovranno essere suddivisi e raggruppati in tre macro aree che ne contraddistinguono le peculiarità: Analisi e rilevazione, gestione e servizi aggiuntivi:
              • Analisi e rilevazione
              1. Realizzazione di un rilievo planimetrico delle aree cimiteriali comunali effettuato attraverso la rielaborazione delle planimetrie esistenti presso gli archivi e la successiva riorganizzazione della numerazione dei loculi liberi/occupati. I dati riportati sulle strutture presenti nell’area cimiteriale (cognome, nome, data di nascita e di decesso) verranno rilevati singolarmente nella mappatura;
              2. Rilevazione grafica del cimitero e collegamento alle pratiche precedentemente inserite;
              3. Evidenziazione e sistemazione delle discordanze rilevate dall’incrocio dei dati concessione con la cartografia;
              4. Digitalizzazione delle aree e dell’anagrafe cimiteriale. o Gestione
              5. Acquisizione delle concessioni per il completamento dell’anagrafe defunti e dei concessionari, integrazione con la precedente rilevazione e scansione dei nuovi contratti per una immediata consultazione;
              6. Stampa dei contratti in essere con aggiornamento immediato della situazione delle occupazioni, stampa dei dettagli di pagamento per i contraenti;
              7. Stampe di servizio per scadenzare i pagamenti e i contratti in scadenza;
              8. Consultazione “on line” sempre disponibile e aggiornamento costante di tutti i dati archiviati con la relativa mappatura;
              9. Gestione e bollettazione delle lampade votive con “postalizzazione” o consegna manuale. Registrazione dei pagamenti, stampa dei solleciti e resoconti periodici;
              10. Tabulati periodici con scadenziari delle concessioni scadute per il recupero e l’utilizzo dei posti.
              11. Servizi aggiuntivi:
              • Inserimento necrologi on-line con collegamento al sito WEB dell’Ente;
              • Totem all’ingresso del cimitero con ricerca defunto e percorso per l’individuazione dell’ubicazione all’interno del cimitero;
              • Riunire i sindaci dei quattro Comuni per promuovere un’iniziativa per costruire un nuovo grande cimitero. L’attuale cimitero, riqualificato come cimitero monumentale — i percorsi della memoria dei trapanesi illustri.

              Gli orti Sociali (per i quartieri e per le scuole).

              • Utilizzare le aree comunali di rispetto dei quartieri popolari e degli insediamenti scolastici, per affidarli con la formula “orto sociale” agli assegnatari degli alloggi e ai plessi scolastici.

              La Scuola

              • Piano Rigenerazione scuola – PTOF 2022/2025;
                – È il Piano che mira a rigenerare la funzione educativa della scuola per ricostruire il legame fra le diverse generazioni, per insegnare che lo sviluppo è sostenibile se risponde ai bisogni delle generazioni presenti e non compromette quelle future, per imparare ad abitare il mondo in modo nuovo.
                – La scuola crea, così, non solo un nuovo alfabeto ecologico ma si trasforma in un luogo nel quale si azzerano i conflitti tra le generazioni e si impara a crescere in modo sostenibile.
              • Armonizzare la rete, logistica e organizzativa, del servizio scolastico di tutti i livelli..
                – Mettere in sicurezza e in comfort tutti i plessi scolastici.
                – Le palestre e le scuole dello sport.
                – Internet nelle scuole.
                – Trasporti efficienti per tutti i ragazzi.
                – “Tempo pieno” e mense “civili e solidali” per tutti. L’obiettivo è assicurare, a tutte le famiglie, il diritto di scegliere l’orario scolastico continuato con la mensa. Un servizio senza interruzioni da ottobre a giugno, per l’intero ciclo scolastico.
                – Asili nido di prossimità per tutti e in tutto il territorio comunale.

              L’educazione scolastica — Europa e Mediterraneo.

              • Pieno utilizzo del Tavolo tecnico permanente Comune/dirigenti scolastici.
              • Assistenti all’autonomia e alla comunicazione.
              • Assistenti igienico-personali.
              • Diritto allo studio dalle scuole materne all’università.
              • Lotta alla dispersione scolastica.
              • EUROPA: massima collaborazione nel raggiungimento della piena attuazione delle “Otto competenze” (Parlamento Europeo 18.12.2006).
              • MEDITERRANEO: gemellaggi con le scuole degli altri Paesi del mediterraneo -Corso speciale di Storia della Sicilia e della Città – Il Sindaco nelle scuole.

              L’orientamento professionale, indirizzo al mercato del lavoro

              • Di concerto con gli istituti scolastici e con le rappresentanze del mondo del lavoro, organizzare momenti di incontro con studenti delle scuole medie e superiori, per illustrare le opportunità di impiego o di progressione scolastica, in maniera tale da mettere i ragazzi nelle condizioni di operare scelte di vita consone alle loro inclinazioni e alle loro esigenze di lavoro.
              • Percorsi per l’animazione Socio-culturale delle aree a forte degrado umano/economico attuati tramite progetti strategici di rigenerazione urbana e sociale all’interno dei quartieri complessi; Attuazione di percorsi di auto imprenditoria giovanile, con particolare riferimento alle categorie a rischio di esclusione sociale e alle cosiddette industrie culturali e creative (ICC), realizzazione di centri educativi giovanili, centri per attività inclusive, culturali, socio educative.

               

              Dimmi cosa ne pensi

                Lo sport come elemento di connessione tra scuola e società tra dilettantismo ed agonismo.

                Lo sport rappresenta un elemento fondamentale sul piano emotivo e sociale, un ambiente multidimensionale, dinamico, ludico, adatto ad intensificare la coscienza di sé e del proprio corpo, è uno strumento educativo e formativo e spesso è anticipatore dei mutamenti sociali. Le strategie di adattamento richieste dalla grave crisi sanitaria Covid-19 comporteranno un profondo ripensamento sulla resilienza del sistema urbano, economico, produttivo e sociale richiedendo una radicale modifica degli stili di vita urbana e della organizzazione fisica della città e dei suoi elementi: tra questi, il sistema della infrastrutturazione per la pratica sportiva, nelle sue varie manifestazioni rappresenta uno degli ambiti che maggiormente richiederà significativi ripensamenti in termini sia di SPAZIO sia di TEMPO, in quanto fortemente connesso alla salute delle persone, alla sua promozione e alla sua tutela, ma al tempo stesso fondato su meccanismi di aggregazione sociale, basata sulla condivisione di tempi e spazi, oggi non compatibili con le criticità emerse dall’emergenza sanitaria. Negli ultimi anni il valore formativo dello sport nell’educazione si è visto riconoscere una consolidata dignità scientifica. Grazie ad un’originale e innovativa riflessione pedagogica, le attività motorie sono rientrate finalmente a pieno titolo nelle scienze dell’educazione offrendo una nuova prospettiva culturale. Lo sport e le attività motorie infatti sono portatori di uno straordinario potenziale educativo, se mossi da una vera cultura pedagogico-sportiva.

                 

                Educazione e sport

                Educazione e sport è un binomio che necessita di sinergia. Oggi più che mai è fondamentale una forte alleanza tra le istituzioni sportive ed educative per attivare una contaminazione positiva di valori universali e intramontabili dello sport, poiché la strutturazione della società richiede un patto culturale e sociale che garantisca in tutti gli ambienti “formali” e “non formali” l’apprendimento di competenze che potrebbero trasformare la vita dei bambini: il movimento è vita, il movimento educa e forgia il carattere, definisce le nostre scelte e il futuro collettivo, il primo passo verso il successo. Si può affermare che lo sport rappresenta la terza agenzia educativa dopo la famiglia e la scuola. In un momento in cui da molte parti si segnala una fase particolarmente delicata vissuta dalle tradizionali agenzie educative, il movimento sportivo non può essere a vantaggio di pochi perché i momenti aggregativi che riesce ad esprimere diventano spesso una vera e propria àncora di salvezza per molti giovani.

                Quali sono i valori fondamentali dello sport

                • I valori educativi dello sport sono fondamentali e possono offrire un contributo decisivo all’educazione e alla formazione dei giovani.
                • Ecco come:
                1. sostenendo i processi di sviluppo di competenze motorie, cognitive, emotive e relazionali, veicolando valori come il rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, parità di opportunità, solidarietà;
                2. aiutando a maturare, cioè ad ammettere i propri limiti, ma evidenziando le proprie potenzialità;
                3. costruendo il successo sulla fatica fisica;
                4. stimolando il confronto continuo con se stessi e con gli altri con spirito critico.

                Gli studi dimostrano infatti come le competenze acquisite in ambito sportivo siano trasferibili efficacemente in altri contesti culturali sin dalla primissima infanzia. Lo sport e il gioco, oltre a diffondere i valori della solidarietà, della lealtà, del rispetto della persona e delle regole, che sono i principi fondanti di ogni società sana, sono straordinari strumenti per costruire competenze trasferibili in altri contesti di vita. L’organizzazione di una competizione, la definizione dei ruoli, la determinazione dei tempi, le strategie di gioco, sono vere competenze intellettive che si possono trasferire in qualsiasi contesto lavorativo e rappresentano abilità che ognuno dovrebbe essere in grado di mettere in pratica quando deve prendere delle decisioni o preparare un programma di azione. Le attività di movimento sono occasioni per privilegiare la creatività e l’investimento emotivo, perché l’ottica educativa è di sostenere i processi che portano all’autonomia, alla crescita dell’autostima, alla capacità di iniziativa e alla consapevolezza di sé a vari livelli, fisico ed emotivo.

                 

                Sport per anziani, i benefici dell’attività fisica per la terza età

                • Come sottolinea il popolare detto “una mente sana vive in un corpo sano”, la salute fisica e mentale sono fortemente interconnesse tra loro ed è importante non trascurare nessuno di questi aspetti. Nella terza età, lo sport svolge un ruolo fondamentale nel rallentare i sintomi dell’invecchiamento, contribuendo al benessere psicofisico e alleviando i dolori anche in caso di malattie croniche. L’esercizio fisico regolare, inoltre, migliora la salute cardiovascolare, rafforza il tono muscolare e allena la coordinazione

                Lo sport per le persone con disabilità

                • Chiunque abbia partecipato a una maratona o a una mezza maratona, avrà senz’altro visto gruppi di amici correre spingendo persone in carrozzella. Questo atto d’inclusione è balzato agli onori della cronaca nazionale negli ultimi giorni del 2018, quando il Presidente della Repubblica Mattarella ha insignito il podista siciliano Vito Massimo Catania del titolo di “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana” con la seguente motivazione, “ vito Massimo Catania 39 anni – Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo generoso impegno nella sensibilizzazione sul tema delle barriere architettoniche e sociali … a chi non ha la possibilità di correre, permettono ai disabili di vivere l’esperienza della corsa … La società odierna vive in bilico tra una sfrenata ricerca della perfezione, evidenziata dall’esaltazione mediatica di modelli orientati all’eccellenza dei risultati in ambito sia lavorativo sia sportivo, e un’attenzione sempre più mirata nei confronti di quanti faticano ad adattarsi a un ambiente che non soddisfa le loro esigenze. Tra questi ultimi rientrano le persone con disabilità, cioè quei soggetti che, come specifica l’Organizzazione delle Nazioni Unite, presentano “minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri”. Questa definizione, che appare “neutra” e priva di pregiudizi, costituisce il risultato di un lungo processo, che ha condotto al passaggio dall’indifferenza e dal disprezzo nei loro confronti alla lenta ma sentita inclusione sociale. L’attività fisica adattata, meglio nota con la sigla APA, dall’inglese Adapted Physical Activity, sta ad indicare oggi un’area interdisciplinare che comprende l’educazione fisica, le discipline sportive, la riabilitazione funzionale e le scienze motorie al servizio delle persone con difficoltà. La pratica sportiva per gli atleti con disabilità mentale e psichica si è sviluppata più tardi rispetto a quella per i soggetti con disabilità fisica o sensoriale. Fu infatti nel 1968 che nacque lo Special Olympics International, con lo scopo di favorire il mantenimento e il miglioramento delle capacità fisiche e soprattutto di consentire agli individui con deficit mentale di mettersi in relazione e confrontarsi con altre persone nella loro stessa condizione. Lo scopo dell’evento è di offrire agli atleti con disabilità intellettiva la possibilità di stare insieme, di affrontare piccole difficoltà e di fare piccoli sacrifici senza lo stress tipico delle competizioni agonistiche. La home page del sito www.specialolympics.it mette in evidenza la filosofia di fondo di questo programma internazionale, definendo lo sport “un mezzo per favorire la crescita personale, l’autonomia e la piena integrazione delle persone con disabilità intellettiva”. L’attività sportiva è la manifestazione del bisogno innato che il corpo ha di esprimersi, poiché il movimento è una delle esigenze primarie dell’uomo. Lo sport consente all’individuo di migliorare le qualità fisiche, di potenziare gli aspetti cognitivi e psichici e di sviluppare competenze socio-relazionali molto preziose, specialmente nel caso di soggetti in condizione di disabilità.

                Sport a scuola

                Per diversi anni lo sport a scuola è stato trascurato, tanto che le ore di educazione fisica erano ridotte a un paio a settimana e reputate di secondo ordine rispetto alle altre materie, considerate culturalmente più elevate. Fortunatamente oggi si intravede un graduale cambiamento tanto da aver introdotto, come progetto annuale, programmi sportivi specifici a cui aderire liberamente. È vero, le ore dedicate all’attività fisica sono ancora poche e ne occorrerebbero molte di più, considerando anche l’aumento della percentuale di bambini che soffrono di obesità, ma ci auspichiamo un progressivo cambio di mentalità che porterà grandi novità, sia dal punto di vista organizzativo che strutturale, vista la fatiscenza di molte scuole. Basti pensare ai numerosi studi elaborati in America per dimostrare i benefici dello sport in classe, come quello articolato su Annals Journal of Health Promotion da un team di esperti dell’Università del Montreal. Per realizzare il test, gli esperti hanno analizzato 2700 alunni di età compresa tra i 13 e i 18 anni scegliendo un numero di ragazzi abituati a fare sport e altri che, invece, dedicavano il loro tempo solo allo studio e ad altre attività. Esaminando i risultati scolastici, è emerso che gli studenti che praticavano uno sport fuori in modo regolare, raggiungevano risultati migliori con voti più alti. Tra le caratteristiche che presentavano in comune vi era maggiore autocontrollo e una concentrazione più duratura. Non solo, gli stessi giovani, dopo 5 minuti di sport, rivelavano maggiori competenze nello svolgimento di test valutativi delle capacità intellettuali. Inoltre, è emerso che il 50% dei soggetti che praticavano sport studiavano in media circa 3 ore in più a settimana rispetto agli altri. Anche l’Inghilterra ha eseguito uno studio simile, dimostrando che i giovani che praticano sport in modo agonistico o partecipando a progetti sportivi ad hoc, non si lasciano coinvolgere in atti vandalici o risse e fanno un numero di assenze ingiustificate inferiore rispetto agli altri. l’importanza di introdurre più ore di attività ginnica in tutte le scuole di ordine e grado, organizzando specifici progetti che mirano a implementare l’attività e coinvolgere anche quei bambini e preadolescenti che non praticano uno sport in modo regolare. Dalle scuole elementari fino alle scuole secondarie di secondo grado molti Dirigenti Scolastici hanno provveduto a riorganizzare spazi dedicati alla palestra, campetti di calcio e spazi adeguati all’interno della scuola. Inoltre, gli edifici che non sono dotati originariamente di una palestra, stipulano convenzioni con strutture adibite a tali attività nelle quali gli alunni, accompagnati dal docente, possono recarsi a piedi e svolgere le ore di educazione fisica, previa autorizzazione scritta dai genitori. Certo, siamo ancora molto lontani dall’idea americana di una scuola progettata e costruita su misura dei ragazzi, dotata di diverse palestre per svolgere attività differenziate e dotate di spogliatoi e docce. Ma il vento tira nella giusta direzione e con gli ultimi finanziamenti giunti dall’Unione Europea, le amministrazioni locali, in concerto con il Ministro dell’Istruzione, hanno provveduto a ristrutturare gli edifici più vecchi, introducendo anche aree dedicate alle ore di educazione fisica e motoria.

                 

                Le istanze del mondo Sportivo associativo

                La parola d’ordine è partecipazione e a questa richiesta sono stati tanti gli operatori del settore e del mondo associativo che hanno risposto per fornire un fattivo contributo alla formazione di un nuovo costruttivo approccio alla materia e di una nuova Vision del mondo dello sport, che porterà alla costituzione oltre alla consulta dello sport anche di un assessore ad oc, questo ad ulteriore segnale del peso specifico che questa futura amministrazione vuole dare allo sport ed al suo ambiente. La collaborazione tra noi ed mondo sportivo nasce con l’obiettivo di diffondere e supportare la cultura sportiva in città. Un “Think Tan”’ che propone lo sport come strumento per cambiare i tessuti urbani, con impatti positivi sulla qualità della vita delle persone. Un hub costituito da un gruppo di professionisti che offrono le proprie competenze per mettere in campo proposte concrete che permettano di individuare le priorità sulle quali agire in tema di sport in città. Fra le proprie attività l’hub punterà a realizzare partnership e alleanze per lo sport e per la città, a ricercare soluzioni mirate al benessere dei cittadini e alle politiche sociali attraverso lo sport, la creazione di network fra la città per lo sviluppo dello sport in ambito urbano, piani di valorizzazione dei luoghi dello sport anche in ottica di rigenerazione urbana. La nascita di un comitato promotore che porterà alla costituzione di una consulta/assessorato è un segnale al mondo dello sport e delle Istituzioni, come ai decisori politici locali: la promozione dell’attività fisica e gli interventi di trasformazione urbana non possono vivere di buona volontà e improvvisazione, ma si deve lavorare a interventi organici e strutturati, concependo lo sport come strumento concreto di politiche trasversali per il benessere dei cittadini, piazze, parchi, lungomare e spazio urbano sono una tela alla quale dare colore e vita. La tavolozza ideale saremo noi con la nostra attività amministrativa, promuovendo iniziative, suggerendo soluzioni e strumenti per raggiungerle. La sfida delle città (e dei cittadini) felici è appena cominciata”. Qui riassunti alcuni degli spunti tecnici forniti:

                • Manifestazioni Sportive pubbliche, realizzate in “extradoor” (in pubbliche aree temporaneamente ed opportunamente adattate e/o interdette al traffico veicolare/pedonale), da concordare con la P.A. in occasione di rilevanti eventi sportivi, calendari agonistici/dilettantistici, giornate ecologiche, ecc. Esempi: le domeniche sportive, weekend sport and fun, happening sportivi ad alta sponsorizzazione, ecc.
                • Il benessere psicofisico, oggi l’evidenza scientifica nei confronti dei benefici dello sport è ormai consolidata, infatti è noto e comprovato come l’attività fisica garantisca importanti vantaggi per la salute. Ciò vale per le persone di tutte le età, sebbene sia fondamentale fare esercizi adeguati alle proprie condizioni fisiche. Al contrario, una vita sedentaria e l’assenza di attività motoria comportano una serie di rischi gravi per la salute, sia diretti come patologie e disturbi, sia indiretti come le conseguenze legate all’obesità. A tale scopo cresce l’esigenza di immaginare delle città sempre più a misura di sport, ripensando non soltanto l’utilizzo degli spazi pubblici urbani, ma puntando anche al generale benessere psicofisico della collettività. Parchi, strade, piazze, periferie da riprogettare nell’ottica di migliorare la qualità della vita dei cittadini e diffondere anche la cultura dello ‘star bene’ all’interno delle proprie città che devono cambiare aspetto e diventare delle vere e proprie ‘sport city, abbiamo deciso di dedicare attenzione alla tendenza delle persone a praticare sport all’aperto, allenarsi tra lungomare e parchi comunali, questo almeno per due motivi, fare sport in un bel posto, e l nostra città e molto bella, mette insieme gli obiettivi ‘di salute’ con quelli psicologici, legati al bisogno di vedere qualcosa di gratificante. Il secondo motivo è climatico: abbiamo la fortuna di avere un numero medio molto alto di giornate con clima mite e questo stimola a frequentare luoghi aperti. L’attività fisica è uno dei driver da iniziare ad applicare, come già avviene con successo da tante altre parti del mondo, il modello delle città in 15 minuti, ad esempio, significa spingere le persone a vivere di nuovo le proprie città, i propri quartieri, ripopolandoli e rendendoli più sicuri. Già nel 2016, infatti, il 77% degli italiani riteneva che il modo migliore per rendere sicuri i nostri parchi urbani fosse trasformarli in parchi dello sport.
                Esempi:
                • l’utilizzo di aree pubbliche demaniali per il raggiungimento del benessere psicofisico di piccoli, adulti ed over attraverso campagne di sensibilizzazione, allenamenti mirati, l’utilizzo delle ville urbane (Margherita, Pepoli), e delle zone costiere come aree di allenamento a cielo aperto, in tempi ed orari concordati e stabiliti secondo calendario semestrale, con attività (fitness, Yoga, calisthenic, corpo libero, ecc.) organizzate e seguite da personale tecnico preparato ed accreditato.

                Progetto: Cooperiamo sportivamente – Palestre popolari e sport di comunità Spazio, Sport, Società. La pratica sportiva nel progetto dello spazio pubblico contemporaneo

                • Parole Chiave: Infrastruttura sportiva; Inclusione sociale; Rigenerazione urbana; Progettazione integrata. Nell’attuale scenario socio-culturale, la pratica dello sport rappresenta uno dei principali motori di sviluppo, data la connotazione inclusiva che incorpora e le potenzialità di qualificazione funzionale e spaziale che esprime. La letteratura in materia e le molteplici sperimentazioni sul campo, evidenziano come l’attività sportiva rappresenti oggi uno strumento centrale nelle azioni di promozione di un’etica di “città aperta”, vivibile e sicura. Parimenti il sistema d’infrastrutturazione pubblica della città rappresenta, in epoca contemporanea, un fattore sempre più rilevante per la qualità urbana e sociale richiedendo programmi e strategie in grado di ridefinire i luoghi e le loro modalità di fruizione in funzione dei temi della salute e della qualità ambientale. Sulla base di tali premesse, il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare la recente evoluzione delle modalità di pianificazione e progettazione dello spazio pubblico in relazione alle pratiche sportive intese come “fatto sociale totale”, come ambiti trovano applicazione politiche di rigenerazione urbana e sociale fondate sulla volontà di promuovere azioni di educazione alla salute, inclusione sociale nonché programmi di qualificazione fisica dell’ambiente costruito. Lo sport schiera in campo i beni comuni, La salute di una comunità dipende anche dall’educazione alla pratica sportiva, pertanto quando si identifica la salute come un bene comune fondamentale della collettività è evidente che si deve includere anche lo sport in questa sfera. La pratica sportiva presenta almeno quattro aspetti che meritano di essere approfonditi sotto il profilo della sussidiarietà e dei beni comuni: la salute; l’inclusione sociale; l’integrazione e infine la tradizione e la cultura sportiva. Sentiamo il dovere di sostenere su tutto il territorio quelle organizzazioni che promuovo lo sport come diritto di cittadinanza, accessibile a tutti senza discriminazioni e rispettoso dei valori tradizionali, tale sostegno si manifesta in prima istanza attraverso, l’ammodernamento/adeguamento di tutti quegli spazi e/o edifici sportivi e successivamente a canoni concordati la loro concessione ad associazioni/cooperative in grado di offrire ampia ricaduta di tipo sociale sul territorio. Le palestre popolari si contraddistinguono dai luoghi tradizionali dove praticare attività sportiva soprattutto perché sono svincolate dalle logiche di mercato e del moderno fitness dedito al culto dell’immagine; i prezzi “popolari” permettono inoltre l’accesso anche alle fasce economicamente più svantaggiate. Dal punto di vista della cura civica dei beni comuni è importante sottolineare la doppia valenza di spazio fisico rigenerato e messo al servizio della comunità e di spazio di coesione ed inclusione sociale. Alla riappropriazione degli spazi della propria città si affianca spesso, intorno al recupero e alla difesa delle tradizioni sportive anche locali, lo sviluppo di un senso comunitario di appartenenza. Ultimo dato, anche questo determinante: la creazione di nuovi posti di lavoro. Sono infatti luoghi autogestiti dove poter praticare sport con professionalità sotto la guida di personale specifico; ma sono soprattutto nuovi luoghi di aggregazione a disposizione dei quartieri, spesso di periferia. Le esperienze già rodate da altre realtà geografiche ci dico che le palestre popolari sono frequentate prevalentemente da giovani tra i 16 ed i 35 anni, ma poiché non mancano corsi di yoga, di pilates, di shiatsu, di danza o di kung fu per bambini, sono riuscite ad attrarre anche casalinghe, anziani e bambini. Il successo di questi nuovi spazi urbani sarà determinato proprio dal fatto di aver conquistato la fiducia degli abitanti dei quartieri, di aver coinvolto persone che non hanno nulla a che fare con i centri sociali o con le politiche portate avanti dagli animatori delle palestre, di avere collegato “pezzi” della società che spesso faticano a trovare forme e luoghi dove esprimersi.

                Progetto: “LO SPORT PER TUTTI”. Un evento di inclusione sociale: alunni e disabili fianco a fianco

                • L’importanza di un tale evento non è assolutamente da sottovalutare, in quanto esso è in grado di unire due mondi molto diversi e distanti. Questo genere di situazione consente al giovane alunno di incontrare da vicino il mondo della disabilità, che ai suoi occhi potrebbe apparire lontano anni luce, e di riconoscere il valore della persona in quanto tale. Unire in un campo sportivo alunni e soggetti diversamente abili permette ai primi di andare oltre le apparenze e di cogliere la specificità di ciascuna persona con disabilità, capendo così che ha una sua storia e un bagaglio di qualità che non possono essere messe in luce dall’etichetta generale di “disabile”. Che lo sport possa essere veicolo di inclusione, nonché occasione di volontariato, sono tante realtà a dimostrarlo. In tutto il mondo, esistono, infatti, organizzazioni no profit che, grazie al supporto di atleti normodotati, valorizzano quelli disabili, in tantissime discipline. La missione di tali associazioni dedite all’inclusione nello sport non è mai soltanto quella di offrire a queste persone la possibilità di cimentarsi in un’attività sportiva, ma anche e soprattutto quella di combattere gli stereotipi negativi legati alle loro abilità e alla loro intelligenza motoria.

                Progetto: Attività fisica diabete e patologie cardiovascolari.

                • L’importanza dell’attività fisica I diabetici che praticano attività sportive sono sempre più numerosi, raggiungendo elevati risultati con performance che nulla hanno da invidiare ai loro coetanei non diabetici. Oltre che “socio culturale” vi è anche una motivazione psicologica che induce, specie i giovani insulino-dipendenti (condizione tipica del diabete infantile), ad impegnarsi nello sport. Esso, infatti, aumenta il senso di benessere e di sicurezza, riduce i livelli di ansia e di depressione, accresce la fiducia in sé stessi e la sensazione di “potenza” nei confronti del diabete. Lo sport agonistico, inoltre, con lo stress fisico e psichico che inevitabilmente comporta, richiede maggiori adattamenti della terapia ipoglicemizzante e della dieta, stimolando così nei ragazzi diabetici motivati e responsabili la capacità di autocontrollo della glicemia, il desiderio di collaborazione attiva con il diabetologo ed anche la capacità di autogestione della malattia. Quali sport è meglio praticare L’attività fisica è molto importante soprattutto per bambini e adolescenti diabetici. Ognuno, anche in caso di diabete giovanile, può praticare lo sport che più ama e per il quale è fisicamente più idoneo, specie se già praticata prima di divenire diabetico. Non tutti gli sport sono, però, uguali sul piano metabolico e diversi sono anche i vantaggi che i diabetici possono trarne. Solitamente si distingue tra sport aerobici e anaerobici. Le parole “aerobico” e “anaerobico” si riferiscono alla capacità dei muscoli di “bruciare” il glucosio in presenza o in carenza di ossigeno. Negli sport aerobici il glucosio sarà “bruciato” completamente fornendo molta energia e senza lasciare scorie, in quelli anaerobici il glucosio, invece, sarà “bruciato” solo in parte producendo poca energia e una scoria chiamata acido lattico che “intossica” i muscoli. Naturalmente gli sport più adatti al diabete giovanile sono quelli aerobici, specie se effettuati a media intensità in modo da “allenare” ma non affaticare il cuore. Tra gli sport aerobici ci sono: jogging, corsa lenta, sci di fondo (lento), nuoto (lento), ciclismo (lento, in piano), aerobica e pattinaggio. Quelli anaerobici, invece, sono: calcio, tennis, pallavolo, basket, body building, ecc. Benché i diabetologi raccomandino gli sport aerobici, si possono praticare con successo anche, gli sport di squadra (calcio, basket, pallavolo etc.) che sono aerobici anaerobici alternati.

                Indicazioni:

                • Introduzione della “Quota Disabili” per garantire l’accesso alle attività sportive dei soggetti fragili, le associazioni che vorranno in concessione strutture sportive pubbliche dovranno impegnarsi in tal senso per l’ottenimento delle concessioni d’uso o eventuali agevolazioni, ciò sarà obbligatorio anche come sostegno alle classi disagiate;
                • Attuazione del progetto “Zero ostacoli” Creazione/adeguamento degli spazi verdi cittadini, degli impianti sportivi dei parchi giochi;
                • le nuove aree verdi cittadine di progetto saranno tutte “Ability Park”, un parco senza barriere per chi vive in condizione di mobilità ridotta. In questo “Ability Park” i cittadini con ridotte capacità motorie/sensoriali avranno la possibilità di essere finalmente liberi da ogni barriera architettonica durante i loro momenti di svago. Ma non solo, anche gli ipovedenti saranno favoriti durante le passeggiate grazie ai cartelli in braille che si intende disporre lungo tutta l’area del parco;
                • “iHo partecipo” attività/manifestazioni sul solco delle “special olimpics”;
                • Lo sviluppo in sinergia con l’ente parco della riserva delle saline di Trapani e WWF delle giornate per la Disabilità, con l’organizzazione di tour guidati per far “percepire” al mondo della disabilità la bellezza ambientale e paesaggistica della città che vivono (visite esperienziali);
                • Aree “Cardio protette” in tutti i luoghi dove verranno effettuate attività sportive siano al chiuso (palestre, campetti, ecc.) che all’aperto (giardini pubblici, aree running, ciclovie, ecc.) dovrà essere presente un totem attrezzato con defibrillatore collegato/localizzato con centrale del 118;

                Impianti sportivi (linee di indirizzo)

                • Progetto di fattibilità tecnico economica per la realizzazione in partnership pubblico/privato di un parco multidisciplinare dello sport nella Trapani del futuro localizzato presso l’ex aeroporto di Milo;
                • La casa delle associazioni sportive, un tavolo tecnico permanente per aiutare l’amministrazione a perseguire il raggiungimento di obiettivi ambiziosi ed il massimo coinvolgimento della comunità nell’ambito dello sport;
                • Efficientare/ammodernare rendere maggiormente accessibili gli edifici dello sport;
                • Gestione in house (centralizzata tramite partecipata) degli impianti sportivi comunali;
                • Maggiore coinvolgimento delle scuole nelle attività di sport individuale e di gruppo;
                • Le scuole del mare (circoli velici);
                • Le ciclo vie e i ciclo park;

                Gli impianti pubblici esistenti: immediato ritorno alla piena funzionalità.

                • Lo faremo anche attraverso investimenti agevolati del Credito Sportivo e con affidamento alle società dilettantistiche del territorio. Dotare gli impianti di defibrillatori.

                Il piano dell’impiantistica sportiva. PRG degli impianti sportivi.

                • Armonizzare la presenza degli impianti sportivi e assicurarne i relativi servizi, evitando sprechi di risorse in strutture inutilizzate nel comprensorio, creazione di un ente di gestione unico degli impianti sportivi;

                Il nuovo Parco dello Sport

                • La porzione dell’ex aeroporto di Milo, a sud dell’autostrada, è ideale per potervi realizzare un nuovo grande Parco dello Sport, con ampi spazi di verde e con impianti dedicati anche a svariate discipline (es. campo di atletica, tiro con l’arco, rugby, pallavolo, tennis etc). Un progetto di respiro dell’intero territorio della Grande Città che deve assolvere alle esigenze dello sviluppo sportivo. Un parco che abbia anche le caratteristiche di parco ricreativo permanente (es. Prater di Vienna), evitando quindi i disagi causati dagli insediamenti provvisori. Complesso degli impianti per il paraolimpico.

                Il polo natatorio olimpionico

                • Completare l’impianto, attualmente non adeguato ad ospitare Grandi eventi di nuovo e pallanuoto con: vasca attigua da 25 metri, all’interno del perimetro, di otto corsie, con tribunette, per riscaldamento e defaticamento degli atleti, detta anche warm up; una barriera frangivento per i lati nord e sud, che attualmente risultano scoperti. Tutto ciò consentirebbe di candidare la Città di Trapani ad ospitare Grandi Eventi di nuoto e pallanuoto, di livello internazionale.

                Trapani Calcio e Pallacanestro Trapani, tutti insieme per la Città.

                • Utilizzo della legge sugli stadi, legge riservata alle società professionistiche per migliorare le infrastrutture sportive e urbanistiche dell’intera città

                Incentivi e opportunità per le associazioni dilettantistiche.

                • Nuovo regolamento per la fruizione e l’affidamento degli impianti di proprietà comunale, prioritariamente per le società dilettantistiche, in particolare quelle che esercitano una importante funzione sociale attraverso le attività coi più giovani, che preveda anche le manutenzioni a carico delle stesse. Sostegno alla partecipazione delle società dilettantistiche alla partecipazione alla capillare rete dei tornei sportivi territoriali e regionali.

                Le strutture per l’accoglienza sportiva, i grandi club a Trapani

                • Cogliere l’opportunità delle nostre stagioni miti e del nostro mare per ospitare, creando le adeguate strutture e per come nel passato ci è stato più volte richiesto, i ritiri dei grandi club del Nord Europa e non solo, oltre che delle grandi società sportive di tutti i livelli e di tutte le discipline.

                Il turismo sportivo

                • I nostri eventi tradizionali da difendere e valorizzare (es. la Monte Erice, auto storiche, il kite surf mondiale e così via).
                • I grandi eventi internazionali: vela, nuoto e non solo.
                • Adeguamento delle infrastrutture per ospitare eventi internazionali riferiti a più discipline e per entrare nel circuito delle Universiadi, dei Giochi della Gioventù, dei Giochi del Mediterraneo, dei campionati mondiali e anche delle Olimpiadi.

                Lo sport e la disabilità, terapie ed agonismo

                • (Es. ippoterapia, piscine attrezzate, basket in carrozzina, tiro con l’arco, atletica, scherma, tennis
                  da tavolo, vela etc). D’intesa con le associazioni, individuare un sito dedicato al paraolimpico,
                  possibilmente in contiguità col grande Parco dello Sport.

                Le iniziative sportive private, un mondo di passioni da sostenere

                • Palestre, equitazione e tanto altro.
                • Il sostegno alle nostre associazioni sportive dilettantistiche per la partecipazione ai circuiti nazionali e alle gare internazionali (es. tennis, arti marziali, pattinaggio e altre).

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                  Il dialogo con i cittadini

                  • Il Comune al servizio dei cittadini e non i cittadini al servizio del Comune: semplificazione e celerità burocratica.
                  • I servizi online per tutti. Un sito web efficiente, aggiornato, navigabile e facilmente comprensibile da cittadini, operatori, professionisti, imprese e turisti.
                  • Un ufficio stampa competente per una comunicazione più produttiva..
                  • La carta elettronica, implementazione dei servizi ad essa dedicati;
                  • Il Comune presente in tutti i territori;
                  • Il numero verde del dialogo e sportelli di ascolto: anche l’amministrazione in raccordo coi cittadini.
                  • Il dibattito pubblico sui grandi progetti.

                  Il dialogo coi Dipendenti: rispetto, merito, coinvolgimento e responsabilità.

                  • Siamo convinti che ogni struttura pubblica complessa, come quella del nostro Comune è, abbia al suo interno professionalità utili a reggere il carico di lavoro necessario, perché tutto funzioni al meglio.
                  • Saranno istituite figure previste dalla legge, oggi non esistenti, come l’ufficio ispettivo interno, e quello del controllo di gestione e della programmazione della priorità dei lavori, annualmente indicata con uno specifico documento programmatico dell’amministrazione.
                  • Sarà immediatamente istituito un ufficio per lo studio dell’armonizzazione degli organici e l’efficienza dei servizi, nell’ambito della Grande Città, poiché certamente un progetto di questo tipo richiede una revisione degli assetti interni, in vista dell’integrazione di molti uffici.

                  Il bilancio: criticità e obiettivi di risanamento.

                  • Tutti sappiamo come il bilancio comunale risenta di situazioni negative radicatesi nel tempo, prima frà tutte quella dei residui, che sono cresciuti enormemente negli ultimi lustri, e sono stati utilizzati sotto il criterio della competenza, senza curarsi degli effetti di cassa. Oggi che la legge stabilisce che i nuovi bilanci debbano essere redatti col principio della cassa e non per quello della competenza, ciò crea difficoltà enormi agli equilibri del bilancio comunale. I nuovi criteri imporranno una diversa attività di gestione dei residui e l’opportunità di attivare una nuova gestione della riscossione, per punti di responsabilità. Il bilancio comunale non potrà più risentire degli effetti negativi di differenze tra costi di servizi e corrispettivo degli incassi. Su questo delicato equilibrio si gioca tutta la capacità di riorganizzazione che dovrà mettere in campo la nuova amministrazione, anche in vista dell’obiettivo del dimezzamento delle tariffe, da raggiungersi comunque nell’arco dei cinque anni.

                  Rispetto delle destinazione dei fondi.

                  • Molte criticità dei servizi sono dovute all’utilizzo di fondi a scavalco tra un capitolo riservato e la fiscalità generale. Rispetteremo la destinazione dei fondi secondo la loro provenienza e secondo le previsione di legge (es.: gli oneri di urbanizzazione). Un altro esempio sono i proventi delle multe, che speriamo diminuiscano progressivamente per un miglior rispetto del codice stradale da parte dei cittadini, ma che dovranno rimanere nell’ambito del servizio della Polizia Municipale, per l’incremento degli organici, anche stagionali, e il miglioramento delle strutture legato allo stesso servizio. Per quanto la legge consenta l’utilizzo di un’elevata percentuale dei fondi di urbanizzazione per pagamento di spese generali, noi eviteremo l’utilizzo di questa possibilità dando priorità assoluta all’esigenza di urbanizzare i territori dove insistono nuove iniziative edilizie.

                  I tributi locali: far pagare tutti coloro che possono e diminuire le aliquote.

                  • Esenzione e riduzione per fasce disagiate, piani di incentivi fiscali per porzioni di territorio e quartieri da ripopolare.
                  • Agevolare chi crea lavoro e turismo. Rivedere, in diminuzione, il carico tributario per l’occupazione del suolo pubblico e gli oneri connessi per esercizi commerciali, imprese, associazioni sportive ed altro).
                  • Agevolazione sugli oneri del cambio di destinazione d’uso, in favore del turismo e della residenzialità.
                  • Semplificazione dei regolamenti di accorpamento e degli oneri tributari sulla ristrutturazione degli immobili.

                  Imposta di soggiorno e tasse di scopo collegate, chiaramente, ai risultati.

                  • L’imposta di soggiorno che non grava sui cittadini ma, come in tutto il resto del Mondo, sui fruitori dei servizi turistici, dovrà essere finalizzata al miglioramento degli stessi servizi. Nel nostro caso parte rilevante dovrà essere finalizzata ai servizi per l’accoglienza del turista. L’imposta di soggiorno dovrà essere pagata in regime di assoluta trasparenza e chiarezza da parte dei pubblici esercizi: basta con l’abusivismo e con la concorrenza sleale.
                  • Le tasse di scopo dovranno essere previste nel nuovo Statuto comunale solamente a supporto del finanziamento di eventuali specifici progetti di settore e di territorio.

                  Nei cinque anni dimezzare le tariffe di acqua, rifiuti ed energia.

                  • La razionalizzazione di questi servizi e i conseguenti risparmi realizzati nel loro singolo ambito, saranno utilizzati per migliorarne la fruizione (es. completamento delle reti) e per la diminuzione delle tariffe comunali a carico dei cittadini, sino ad arrivare al 50% degli attuali importi. Ricondurre l’importo delle tariffe al valore della prestazione, cioè al costo del metro cubo per l’acqua e all’effettivo quantitativo dei rifiuti prodotti dalle famiglie e dagli esercizi commerciali.
                  • Per quanto riguarda l’energia, il dimezzamento delle tariffe è un obiettivo prudenziale, con riferimento alla diminuzione dei costi che ogni singola famiglia e ogni singola impresa può registrare, ove adeguatamente incentivata a installare impianti di energia alternativa e di autoproduzione, soprattutto se inseriti in reti di quartiere (per chi non ci crede, basta chiedere a chi, autonomamente, ha già installato impianti di produzione domestica).
                  • Tutte le riduzioni saranno effetto di razionalizzazione e migliore regolazione dei servizi, di attivazione di meccanismo di incentivo previsti dalla normativa, senza impegnare risorse comunali al di fuori di quelle già legate al servizio stesso. Forse basta guardarsi un po’ attorno, nel Mondo, per capire che ciò è stato realizzato altrove, da anni.

                  Il Bilancio partecipativo.

                  • Una quota disponibile del bilancio del Comune sarà riservata alle proposte dei cittadini, veicolate tramite apposito regolamento, all’attenzione del Consiglio Comunale e della Giunta.
                  • Bilancio partecipativo: fai una proposta per trasformare il tuo quartiere

                  Il Bilancio partecipativo è uno strumento di democrazia diretta che permette di ideare, co-progettare e votare proposte per migliorare la vivibilità nel proprio quartiere. I progetti e le idee più votati vengono poi finanziati e realizzati.

                  Cosa puoi proporre:

                  • interventi di riqualificazione fisica di spazi pubblici nel tuo quartiere.

                  Ad esempio: arredi, attrezzature, opere pubbliche in strade, piazze, edifici pubblici, parchi, giardini, ecc.

                  • attività, azioni, iniziative che possano accompagnare e rafforzare la trasformazione di spazi pubblici nel tuo quartiere.

                  Ad esempio: attività culturali, sportive, sociali, educative, ricreative, ecc. Dopo aver raccolto le singole proposte, metteremo in relazione idee e progetti simili e, insieme ai tecnici del Comune, definiremo delle proposte integrate che andranno alla fase di voto.
                  Tutte le proposte integrate che andranno al voto:

                  • riguarderanno un’area di proprietà comunale
                  • terranno conto degli altri progetti già in corso o in programma nell’area scelta

                  Il Bilancio sociale.

                  • Rigorosa applicazione della legge che prevede che il Comune si doti di un bilancio sociale. La qualità dei servizi al cittadino e della solidarietà sociale ha un valore ben superiore alle aride cifre.

                  Nuovo Statuto del Comune e nuovo Regolamento comunale.

                  • Una quota disponibile dOccorre un nuovo Statuto del Comune per attribuire in pieno all’Istituzione comunale tutte le prerogative dell’autonomia degli Enti locali, sancita in Costituzione e dalle Leggi ordinarie dello Stato. In tema di urbanistica, ad esempio, così come in tema di incentivi o di utilizzo della potestà progettuale e della organizzazione di servizi, faremo di Trapani una Città pilota anche dal punto di vista istituzionale.
                  • Nel nuovo Statuto saranno adeguatamente esaltati i diritti di tutte le porzioni del territorio comunale a godere della presenza e della assistenza dell’Istituzione nell’interesse di ogni singolo cittadino. La nostra progettualità istituzionale dovrà essere all’avanguardia e di indirizzo anche per l’attività legislativa dell’Assemblea Regionale Siciliana.l bilancio del Comune sarà riservata alle proposte dei cittadini, veicolate tramite apposito regolamento, all’attenzione del Consiglio Comunale e della Giunta.
                  • Bilancio partecipativo: fai una proposta per trasformare il tuo quartiere; Il Bilancio partecipativo è uno strumento di democrazia diretta che permette di ideare, co-progettare e votare proposte per migliorare la vivibilità nel proprio quartiere. I progetti e le idee più votati vengono poi finanziati e realizzati.

                  Nuovo regolamento del Consiglio Comunale.

                  • Necessario per esaltare la funzione di indirizzo e di programmazione prevista dalla legge; per eliminare le forme di privilegio economico eventualmente utilizzate, in maniera strumentale, nel passato; per snellire l’iter approvativo delle delibere; per autoregolamentare l’attività delle riunioni pubbliche del Consiglio, in maniera che possa essere più partecipata dai consiglieri e più facilmente accessibile all’ascolto da parte dei cittadini; che disciplini gli orari di svolgimento delle sedute che saranno soltanto serali.

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                    I Lavoro e le Risorse
                    La sfida più nobile: creare lavoro per tutti

                    • Il solo avvio dei grandi progetti comincerà a generare una richiesta di occupazione qualificata in tutti i settori del mondo del lavoro (operaio, edile, cantieristico, turistico, professionale, artigiano, etc), richiesta che non potrà che crescere man mano che il progetto procederà e stabilizzerà nuova produzione di ricchezza. Più andrà avanti il progetto più questi risultati saranno evidenti e creeranno attrattiva per nuove iniziative. A questa domanda non potrà che rispondersi con un’offerta di qualità, coinvolgendo nella formazione enti professionali, scuole e università, rivitalizzando quindi un’attività di formazione orientata al mercato del lavoro, contrariamente a parte della formazione cui abbiamo assistito fino ad ora, rivelatasi sterile, illusoria, clientelare e fonte finale di disoccupazione.
                    • Si può, le esperienze passate parlano chiaro: basta verificare cos’è successo nel settore dell’occupazione, a Trapani, per gli esiti della Louis Vuitton Cup che ha generato un’esplosione di nuove attività e di interesse di investitori per settori trainanti della nostra economia (es. ristorazione, nautica, accoglienza, mercato immobiliare etc). Nel 2005, anno della Louis Vuitton Cup, la Provincia di Trapani è stata la prima in assoluto, in Italia, per aumento del Pil provinciale, segnando un +7,5% (dati ufficiali dell’istituto Tagliacarne).

                    Innovazione è lavoro.

                    • Centri di ricerca applicata alle produzioni industriali, creazione di imprese che utilizzino i risultati degli studi. Incentivo al collocamento dei relativi prodotti nel mercato locale (es. tecnologie avanzate nel settore delle energie alternative)

                    Le nostre attività tradizionali in chiave moderna.

                    • La ricerca applicata sulle nostre produzioni industriali e artigianali di tradizione (es. agroalimentare, pesca, tonnare, produzione e utilizzo del sale, lavorazione della pietra).

                    Le risorse intellettuali.

                    • Un grande progetto richiede un ampio e duraturo coinvolgimento di figure operative non onerose, oltre i ruoli istituzionali: il tavolo permanente dei quattro Sindaci (Trapani, Erice, Paceco e Valderice) per la – La Commissione per la bellezza urbana -Il Custode del verde – Il Garante della solidarietà — Il Garante dei diritti dei carcerati — Il Garante dei diritti degli animali – La Consulta delle imprese e delle professioni – La Consulta scientifica della Fondazione “Drepanum”;
                    • L’Associazione “Trapanesi nel Mondo” (molti figli di questa città lavorano all’estero: alcuni da generazioni, altri da poco tempo, tutti impegnati nelle imprese, nelle professioni, nel lavoro di qualità. Saranno tutti ben lieti di mettere a disposizione alla loro città natale relazioni importanti ed esperienze consolidate, di elaborare progetti, di procurare risorse, di tornare a viverci credendo e lavorando in un futuro civico diverso!) – L’associazione “Il Mondo a Trapani” (fatta da tutti coloro che, pur non risiedendo a Trapani, con Trapani hanno stabilito un legame affettivo o di dimora o commerciale. Potranno dare un grande contributo di idee per rendere Trapani una città sempre più accogliente ed aperta. Amplieranno la rete di conoscenze e presenze per Trapani, promuoveranno nel mondo i progetti culturali, i prodotti dell’arte e della enogastronomia, gli eventi di Trapani. Attireranno artisti e personalità, intelligenze e turisti di qualità).

                    Le risorse economiche.

                    • Per i grandi progetti non useremo fondi del bilancio ordinario del Comune che dovranno essere tutti impiegati per il progetto di base: migliorare la qualità dei servizi al cittadino.
                    • Le risorse economiche/2: per i grandi progetti e per gli eventi troveremo risorse nuove (Accordi di Programma Quadro – Fondi finalizzati dello Stato e della Regione – FSR Fondi Strutturali Regionali – Fondi Europei e di Organismi Internazionali – Gare su Progetti di Finanza – Convenzioni di scopo con società nazionali ed estere (es. con le Ferrovie per la nuova stazione).
                    • Le risorse economiche/3: Il patrimonio disponibile del Comune, adeguatamente valorizzato in mano al Comune (non intendiamo svendere nulla), dovrà essere utilizzato come eventuale quota di cofinanziamento richiesta in specifici progetti finanziati. Non sarà ceduto senza adeguata utilità e destinazione di reimpiego come già accaduto in passato.
                    • Le risorse economiche/4: risorse da nuove concessioni da beni oggi infruttiferi.
                    • Le risorse economiche/5: una grande campagna internazionale presso investitori privati e istituzionali a sostegno delle attività culturali e dei grandi progetti di qualità: (“Donazioni per Trapani” e i “Trapani Bond”).
                    • Le risorse economiche/6: la fiducia e l’entusiasmo di noi stessi, azzerare l’evasione, il 5XMILLE dei Trapanesi alla propria Città.

                    Progetto: Razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare del Comune/creazione del
                    brand gestione immobiliare

                    • Il Comune di Trapani dispone di un patrimonio immobiliare assai consistente, che gestisce in maniera antieconomica.
                    • La più vistosa fonte di diseconomia è la destinazione ad uffici di una decina di immobili per una superficie coperta complessiva certamente superiore ai 16.000 mq., con le seguenti incongruenze:
                    • si utilizzano più di 16.000 mq per ospitare appena circa 360 dipendenti (oltre 45 mq per addetto, il che è come se ogni dipendente avesse al posto del normale ufficio da 10 mq, un mini appartamento);
                    • gli uffici comunali sono tutti sparpagliati in maniera disorganica nel territorio cittadino, causando non pochi disagi ai cittadini, alle imprese e ai professionisti, che per ottenere i servizi erogati dal comune debbono sovente andare avanti e indietro da un palazzo all’altro;
                    • il Comune, in conseguenza di tale irrazionale uso dei propri immobili, sconta enormi diseconomie legate alle manutenzioni, al costo delle utenze attivate in diversi siti anziché essere concentrate in un unico immobile, al costo orario per dipendente che si perde inutilmente per strada giornalmente, ogni qualvolta i dipendenti comunali, per esigenze d’ufficio, debbono fare la spola da un palazzo all’altro; i cittadini e il settore produttivo, invece, scontano diseconomie legate al tempo che si sottrae alla produttività, non potendo contare su un centro servizi unificato all’interno del quale si possa svolgere in maniera coordinata tutta l’attività di rivolta all’utenza.

                    La soluzione:

                    • La più vistosa fonte di diseconomia è la destinazione ad uffici di una decina di immobili per una superficie coperta complessiva certamente superiore ai 16.000 mq., con le seguenti incongruenze:
                    • si utilizzano più di 16.000 mq per ospitare appena circa 360 dipendenti (oltre 45 mq per addetto, il che è come se ogni dipendente avesse al posto del normale ufficio da 10 mq, un mini appartamento);
                    • gli uffici comunali sono tutti sparpagliati in maniera disorganica nel territorio cittadino, causando non pochi disagi ai cittadini, alle imprese e ai professionisti, che per ottenere i servizi erogati dal comune debbono sovente andare avanti e indietro da un palazzo all’altro;
                    • il Comune, in conseguenza di tale irrazionale uso dei propri immobili, sconta enormi diseconomie legate alle manutenzioni, al costo delle utenze attivate in diversi siti anziché essere concentrate in un unico immobile, al costo orario per dipendente che si perde inutilmente per strada giornalmente, ogni qualvolta i dipendenti comunali, per esigenze d’ufficio, debbono fare la spola da un palazzo all’altro; i cittadini e il settore produttivo, invece, scontano diseconomie legate al tempo che si sottrae alla produttività, non potendo contare su un centro servizi unificato all’interno del quale si possa svolgere in maniera coordinata tutta l’attività di rivolta all’utenza.

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