Il turismo dei grandi eventi beni culturali e turismo
- Nonostante il potenziale paesistico e le numerose attrazioni culturali ed artistiche del territorio e dei territori limitrofi, unito all’immagine che la Regione nel suo insieme possiede, il Trapanese non presenta, nell’insieme, un’elevata attrattività turistica, se non per alcuni siti che si trovano sulle rotte principali del “giro dell’Isola”, come Selinunte e Segesta. Ciò dipende, fondamentalmente, da tre fattori: Una non sufficiente accessibilità esterna del territorio per i turisti, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alla città di Trapani per chi proviene dall’aeroporto di Birgi; Un’immagine del territorio non sufficientemente definita, soprattutto dal punto di vista del target di fruitori dell’offerta ricettiva; La mancanza di una politica complessiva di sviluppo e marketing turistico, incentrata su un’idea forte di “prodotto Trapani”, che combini efficacemente informazione, infrastrutturazione e ricettività con un calendario di eventi e attività culturali appetibili, coordinato e programmato con largo anticipo. Per sviluppare il settore del turismo, quindi, diventa essenziale puntare sui reali elementi di specializzazione dell’area, quelli in grado di esaltare le differenze e le peculiarità del territorio e di fornire reali posizioni di vantaggio rispetto ai concorrenti. È necessario, da una parte, esaltare le caratteristiche storico-culturali che sono i punti di forza di Trapani e, dall’altra, qualificare i fattori ambientali (sia naturali che urbani), attraverso interventi a sostegno di un complessivo processo di miglioramento delle condizioni di vita di residenti e turisti. Il territorio di Trapani è, infatti, uno spazio che va inteso non solo dal punto di vista fisico, ma anche e soprattutto come grande contenitore di valori, da quelli della cultura, delle tradizioni e della storia, a quelli ambientali e paesaggistici, a quelli dell’esperienza e del sapere, della politica, dell’arte e della cultura enogastronomica. Questi valori possono essere agevolmente veicolati all’esterno attraverso eventi di risonanza sovralocale. “Nel tentativo di rendere fruibili e visibili i beni culturali e artistici, patrimonio inesauribile di un territorio, è sempre più frequente il ricorso all’evento come vettore di importanti messaggi di comunicazione; questo, nelle sue diverse forme, può essere considerato un vero e proprio media. Parlando un linguaggio universale, può ambire allo scopo di allargare e coinvolgere un vasto pubblico nelle iniziative tese a valorizzare e divulgare la cultura di un luogo, ma con sempre maggior attenzione verso le culture lontane (g-local). L’impatto sulla popolazione ospitante può avere positive ricadute in merito alle variabili sociali e culturali, politiche, ambientali. Per mezzo degli eventi può essere mantenuta in vita la tradizione locale ed entrare in relazione con valori e riti lontani; si possono valorizzare spazi inutilizzati, riadattarli o semplicemente rendere riconoscibili quelli già in uso, aumentandone la visibilità. Gli eventi incrementano il turismo, creano lavoro e sviluppano benefici economici; conferiscono prestigio ad un luogo, avendo quindi importanti conseguenze sulla popolazione ospitante e sui promotori. Si sono affermati come nuovi media, capaci di realizzare un adeguato progetto di comunicazione, le aziende e le Amministrazioni Pubbliche, che fanno riferimento all’evento come ad uno degli strumenti interni alle proprie strategie di marketing e di immagine”. D’altra parte, come è stato più volte ricordato in questo documento, Trapani è già riuscita, nel 2005, a creare il “grande evento” della America’s Cup, ma, soprattutto e al di là dell’evento in sé, è riuscita a diffondere nella gente che la abita, la convinzione che “si può fare”. Questa mobilitazione di energie e di capitale sociale ed umano dovrà essere opportunamente valorizzata ai fini della concretizzazione dello Scenario. Lo Scenario “Trapani Turistica” appare quindi, al momento, già radicato sul territorio, anche se in presenza di una scarsità di strutture ricettive (non sufficienti, soprattutto nel periodo estivo) e di servizi turistici adeguati, che però si accompagna ad una generale tendenza (espressa sia nel corso degli incontri con gli stakeholders, sia negli strumenti di pianificazione e programmazione) a ripensare lo sviluppo dell’area anche in chiave turistica, per valorizzare al meglio le risorse endogene (di tipo storico-culturale ed ambientale), la presenza del porto, la posizione della città ed il suo ruolo di cerniera tra costa ed entroterra (cruciale ai fini della destagionalizzazione dei flussi turistici e al riequilibrio dello sviluppo). La prima direzione di sviluppo individuata è, quindi, quella della specializzazione, diversificazione e messa a sistema dell’offerta turistica. Alla base di questa filosofia c’è la necessità di unire tutti i soggetti interessati in unico progetto di sviluppo per rilanciare il turismo in una maniera nuova e più efficace senza disperdere sforzi e risorse. Occorre quindi creare le condizioni per sviluppare nel territorio le dinamiche di un distretto, indirizzato a sviluppare una relazione più efficiente tra i soggetti imprenditoriali privati e i soggetti pubblici, esaltando quelle caratteristiche di personalizzazione, attenzione all’ospite, autenticità e flessibilità che caratterizzano l’offerta turistica. In questo senso, lo Scenario è orientato alla creazione di una cabina di regia per la promozione coordinata ed integrata della città e del territorio trapanese. La specializzazione dell’offerta turistica può certamente partire dall’elemento distintivo dell’area trapanese che è costituito dai Beni Culturali, che, ad oggi, sono sì valorizzati, ma sicuramente non in un’ottica di rete territoriale. In questo contesto, si deve puntare, in primo luogo, al riconoscimento dell’importanza delle istituzioni culturali e al loro conseguente potenziamento, a partire da quelle maggiori (biblioteche, musei, teatri, cinema), che oggi faticano a svolgere pienamente le loro attività. In questa prospettiva è necessario mettere a sistema le collezioni d’arte pubbliche e private attraverso un serio progetto di valorizzazione e di fruizione delle stesse. Più in generale, Trapani deve diventare un luogo in cui produrre e consumare “cultura”. In secondo luogo, Trapani deve diventare sede consolidata di eventi, catalizzatore di eventi non episodici o isolati, ma con caratteristiche di continuità. Eventi che mettano il patrimonio cittadino e territoriale al centro di dinamiche in grado di esporli verso l’esterno e dar loro visibilità, attirando visitatori e investimenti e favorendo lo sviluppo di sistemi evoluti di marketing del territorio. Un calendario strutturato di eventi può contribuire in maniera sostanziale a riposizionare il territorio trapanese a livello internazionale e a cambiarne l’immagine attuale: un’immagine creata da “luoghi comuni”, ma che non rispecchia più le persone che lo abitano. La città ha in sé tutte le potenzialità per attirare eventi: ha le strutture (da riqualificare o in fase di progettazione), può avere un’Amministrazione comunale capace di immaginare e di proporre operativamente questo nuovo modello di sviluppo, ha le infrastrutture necessarie, anche se non utilizzate come si potrebbe. Naturalmente, per dare a Trapani tali prospettive, bisognerà costruire una rete di attori locali, di alleanze esterne, attrarre finanziamenti pubblici e privati, con l’obiettivo di restituirle il ruolo di crocevia di scambi economici e culturali, di riferimento per l’area euro-mediterranea. Un’altra fascia emergente di mercato alla quale si rivolgerà il nuovo piano comunale di sviluppo turistico è quella dello smart working delocalizzato, da promuovere attraverso la creazione di un vero e proprio brand sul modello di quello implementato a Venezia (Venywhere), attraverso una collaborazione tra la Fondazione Venezia e l’Università Ca’ Foscari. Si lavorerà anche ad un sistema di incentivi finalizzati ad attrarre il turismo stanziale dei pensionati internazionali, esaltando gli elementi che pongono Trapani in una posizione più vantaggiosa rispetto ad altre aree geografiche: clima mite, dimensione di città vivibile, canoni di locazione non esosi, cibo di qualità, costo della vita, beni culturali e naturalistici et similia. In terzo luogo, vanno messe in atto azioni mirate soprattutto ad incentivare la ricettività diffusa; queste hanno come scopo la propedeutica riqualificazione del settore dell’accoglienza turistica, al fine di configurare un vero e proprio distretto turistico di livello transregionale. La scommessa è quella di un coinvolgimento efficace di energie e risorse finanziarie per lo sviluppo locale, che vede nel turismo un fattore centrale e potenzialmente foriero di effetti virtuosi sull’intero sistema economico locale. Anche questo Scenario deve essere letto in un’ottica di “sistema” rispetto al territorio. Per questo Trapani, oltre ad essere meta per i turisti, dovrà svolgere anche un ruolo determinante come “porta”. In questa logica, il porto turistico non dovrà essere solo “il punto di arrivo del diportista nautico, né il parcheggio della sua imbarcazione, ma una ulteriore porta di accesso al sistema turistico siciliano, punto di partenza di possibili itinerari di fruizione dell’offerta turistica immediatamente retrostante la “costa”. Il diporto nautico e di conseguenza il turismo legato a questo, quindi, deve essere visto non solo nell’ottica del turismo balneare, ma in un’ottica di integrazione con gli altri segmenti dell’offerta turistica provinciale e regionale. Riprendersi il ruolo di capoluogo non deve per forza significare creare una gerarchizzazione delle funzioni in favore di Trapani, ma, anzi, vuol dire cercare di sviluppare una rete orizzontale in cui ogni realtà presente sul territorio ricopra un compito ben determinato e sicuramente quello di Trapani dovrà essere quello di far sì che il sistema funzioni. Per questo la Città dovrà avere l’onere e l’onore di svolgere una funzione di regia e centro dei servizi amministrativi, cercando anche, dove possibile, di decentrare le sue funzioni in favore degli altri territori presenti nella Provincia. Così facendo, gli altri Comuni non avrebbero più la sensazione di subire decisioni “calate dall’alto”, che non prevedono la loro consultazione e partecipazione, ma verranno coinvolti in un processo in cui anche loro giocano un ruolo importante. In questo modo, Trapani non verrà più vista come il “nemico” contro cui combattere, ma semplicemente come il “Centro delle decisioni condivise” e potrà essere finalmente considerato come il vero Capoluogo Amministrativo da cui poter ottenere maggior qualità dei servizi erogati. Creazione di “Progetti a Rete” per il potenziamento della cooperazione fra territori costieri e interni.
Turismo diffuso – il paesaggio –i nostri borghi rurali in abbandono
- Nella revisione del PRG particolare attenzione sarà dedicata alla possibilità di nuovi insediamenti turistici nelle frazioni e nel territorio interno. Che destinazione avranno Borgo Fazio, Borgo Bassi, noi li recupereremo e immaginiamo di adibirli a centri di turismo rurale. La difesa del paesaggio sarà direttamente collegata alla qualità dell’eventuale espansione urbanistica e al piano energetico comunale che non potrà prevedere nuovi insediamenti di energie alternative invasivi del suolo
agricolo;
Enogastronomia di terra e mare
- Momenti promozionali dei prodotti tipici, della cucina trapanese e della cultura culinaria del territorio. Controllo sulla qualità e l’originalità dei prodotti DOP e sull’ingresso nel territorio di prodotti “abusivi”. Spostamento del mercato del contadino, un nuovo mercato più attrezzato ed in luogo più accessibile;
Edilizia e PMI
- Edilizia. Forte rilancio, utilizzando la revisione del PRG (nuovo PUG), l’adozione dei piani particolareggiati del centro storico, e della Litoranea Nord, la semplificazione dei regolamenti autorizzativi, la revisione degli oneri di urbanizzazione, la revisione degli oneri sui cambi di destinazione d’uso e sulle ristrutturazioni. L’avvio di una ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico nel segno della funzionalità, dell’efficienza energetica, della qualità architettonica;
- PMI. Riflessioni sulla zona industriale, ormai in ambito quasi urbano, incentivare gli investimenti di alta qualità innovativa e tecnologica, e stregua difesa delle industrie tradizionali del territorio, e dei produttori di agroalimentare;
Commercio e servizi
- Nuovo piano commerciale, maggiore sicurezza nelle aree a grossa incidenza commerciale, le telecamere per i controlli di sicurezza e come deterrente per atti illegali, regolamento delle insegne, degli arredi, l’uso degli spazi esterni, il suolo pubblico,;
- Il comune si porrà come ente facilitatore dell’erogazione dei servizi resi dal settore privato, attuerà percorsi di semplificazione burocratica e agevolazioni tributarie transitorie per le nuove iniziative e, in particolare per quelli di alta innovazione;
- La ricostituzione della commissione pubblici spettacoli;
Le ZES
- ZES – Zone Economiche Speciali
- Il Decreto legge 20 giugno 2017 n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2017 n. 123 (GURI Serie Generale n. 188 del 12 agosto 2017) e successive modificazioni, nell’ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) all’interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative. Dalle ZES in Sicilia ci si aspetta un credito d’imposta, sgravi fiscali, agevolazioni sul lavoro, ammortamenti per le aziende. La posizione geografica della Sicilia nel Mediterraneo e l’attuale gap infrastrutturale esigono, una programmazione integrata e immediata di interventi a breve termine. Le ZES costituiscono un prezioso strumento operativo finalizzato a realizzare un circolo virtuoso di investimenti, crescita e lavoro. Una opportunità che non dovrebbe limitarsi al porto franco o alle aree tax free bensì diventare un motore per lo sviluppo del Mezzogiorno. Le ZES, saranno vincenti nella misura in cui si riuscirà a far interagire le aree individuate con le potenzialità inespresse del retroterra siciliano. Con un buon progetto di infrastrutturazione si potrebbero “accendere i riflettori sullo sviluppo del nostro territorio”. L’opportunità che le Zes portano in dote è importante, ma rischia di essere resa vana se non si affrontano in modo risolutivo due questioni su tutte: il degrado delle nostre aree industriali e il nodo delle autorizzazioni. Per quanto riguarda la prima questione, Trapani conta tre/quattro aree ZES con problematiche di funzionamento incredibili. Come farà l’Irsap a fare funzionare queste aree se non ha una governance e neanche la disponibilità economica per portare avanti gli investimenti necessari? Sarebbe possibile un intervento del commissario Zes per realizzare le infrastrutture necessarie nelle aree industriali e creare collegamenti efficienti tra le reti di trasporto? Il secondo e annoso nodo è quello relativo alle autorizzazioni ambientali che continuano a tenere bloccati investimenti importanti e con essi lo sviluppo della nostra provincia. Il rischio è quindi che oggi si parli delle Zes, ma poi nel momento in cui una impresa voglia investire, non ci siano le condizioni per accogliere l’investimento”. Problematiche che sottolineano come l’obiettivo sia quello di “strutturare un unico ufficio dove gli imprenditori che vogliono investire possano incontrare tutti i soggetti istituzionali coinvolti, in una logica di sinergia. L’obiettivo infrastrutturale, anche grazie agli investimenti connessi al Pnrr e alla prossima programmazione europea è quello di contribuire adn integrare la rete logistica connettendo al meglio i porti con il territorio di riferimento e migliorando l’offerta delle aree retroportuali in termini di servizi e funzioni. Processi e azioni che devono essere inquadrate all’interno di una visione di sviluppo sostenibile e condivisa del territorio che permetta di rafforzare le realtà produttive che già in esso insistono e di attrarne altre, aggredendo tutti gli aspetti che storicamente hanno rappresentato le maggiori criticità per gli investitori. Area ZES zona produttiva del porto[ (48 ha) area banchinata];
Area ZES zona produttiva retro-porto [(142 ha) area ex ASI];
Area ZES zona produttiva retro-porto e area logistica [(4 ha) villa Rosina];
Area ZES zona produttiva (aeroporto Vincenzo Florio loc. Birgi comune di Misiliscemi) 2 ha;