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Lo Sport

Lo sport come elemento di connessione tra scuola e società tra dilettantismo ed agonismo.

Lo sport rappresenta un elemento fondamentale sul piano emotivo e sociale, un ambiente multidimensionale, dinamico, ludico, adatto ad intensificare la coscienza di sé e del proprio corpo, è uno strumento educativo e formativo e spesso è anticipatore dei mutamenti sociali. Le strategie di adattamento richieste dalla grave crisi sanitaria Covid-19 comporteranno un profondo ripensamento sulla resilienza del sistema urbano, economico, produttivo e sociale richiedendo una radicale modifica degli stili di vita urbana e della organizzazione fisica della città e dei suoi elementi: tra questi, il sistema della infrastrutturazione per la pratica sportiva, nelle sue varie manifestazioni rappresenta uno degli ambiti che maggiormente richiederà significativi ripensamenti in termini sia di SPAZIO sia di TEMPO, in quanto fortemente connesso alla salute delle persone, alla sua promozione e alla sua tutela, ma al tempo stesso fondato su meccanismi di aggregazione sociale, basata sulla condivisione di tempi e spazi, oggi non compatibili con le criticità emerse dall’emergenza sanitaria. Negli ultimi anni il valore formativo dello sport nell’educazione si è visto riconoscere una consolidata dignità scientifica. Grazie ad un’originale e innovativa riflessione pedagogica, le attività motorie sono rientrate finalmente a pieno titolo nelle scienze dell’educazione offrendo una nuova prospettiva culturale. Lo sport e le attività motorie infatti sono portatori di uno straordinario potenziale educativo, se mossi da una vera cultura pedagogico-sportiva.

 

Educazione e sport

Educazione e sport è un binomio che necessita di sinergia. Oggi più che mai è fondamentale una forte alleanza tra le istituzioni sportive ed educative per attivare una contaminazione positiva di valori universali e intramontabili dello sport, poiché la strutturazione della società richiede un patto culturale e sociale che garantisca in tutti gli ambienti “formali” e “non formali” l’apprendimento di competenze che potrebbero trasformare la vita dei bambini: il movimento è vita, il movimento educa e forgia il carattere, definisce le nostre scelte e il futuro collettivo, il primo passo verso il successo. Si può affermare che lo sport rappresenta la terza agenzia educativa dopo la famiglia e la scuola. In un momento in cui da molte parti si segnala una fase particolarmente delicata vissuta dalle tradizionali agenzie educative, il movimento sportivo non può essere a vantaggio di pochi perché i momenti aggregativi che riesce ad esprimere diventano spesso una vera e propria àncora di salvezza per molti giovani.

Quali sono i valori fondamentali dello sport

  • I valori educativi dello sport sono fondamentali e possono offrire un contributo decisivo all’educazione e alla formazione dei giovani.
  • Ecco come:
  1. sostenendo i processi di sviluppo di competenze motorie, cognitive, emotive e relazionali, veicolando valori come il rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente, parità di opportunità, solidarietà;
  2. aiutando a maturare, cioè ad ammettere i propri limiti, ma evidenziando le proprie potenzialità;
  3. costruendo il successo sulla fatica fisica;
  4. stimolando il confronto continuo con se stessi e con gli altri con spirito critico.

Gli studi dimostrano infatti come le competenze acquisite in ambito sportivo siano trasferibili efficacemente in altri contesti culturali sin dalla primissima infanzia. Lo sport e il gioco, oltre a diffondere i valori della solidarietà, della lealtà, del rispetto della persona e delle regole, che sono i principi fondanti di ogni società sana, sono straordinari strumenti per costruire competenze trasferibili in altri contesti di vita. L’organizzazione di una competizione, la definizione dei ruoli, la determinazione dei tempi, le strategie di gioco, sono vere competenze intellettive che si possono trasferire in qualsiasi contesto lavorativo e rappresentano abilità che ognuno dovrebbe essere in grado di mettere in pratica quando deve prendere delle decisioni o preparare un programma di azione. Le attività di movimento sono occasioni per privilegiare la creatività e l’investimento emotivo, perché l’ottica educativa è di sostenere i processi che portano all’autonomia, alla crescita dell’autostima, alla capacità di iniziativa e alla consapevolezza di sé a vari livelli, fisico ed emotivo.

 

Sport per anziani, i benefici dell’attività fisica per la terza età

  • Come sottolinea il popolare detto “una mente sana vive in un corpo sano”, la salute fisica e mentale sono fortemente interconnesse tra loro ed è importante non trascurare nessuno di questi aspetti. Nella terza età, lo sport svolge un ruolo fondamentale nel rallentare i sintomi dell’invecchiamento, contribuendo al benessere psicofisico e alleviando i dolori anche in caso di malattie croniche. L’esercizio fisico regolare, inoltre, migliora la salute cardiovascolare, rafforza il tono muscolare e allena la coordinazione

Lo sport per le persone con disabilità

  • Chiunque abbia partecipato a una maratona o a una mezza maratona, avrà senz’altro visto gruppi di amici correre spingendo persone in carrozzella. Questo atto d’inclusione è balzato agli onori della cronaca nazionale negli ultimi giorni del 2018, quando il Presidente della Repubblica Mattarella ha insignito il podista siciliano Vito Massimo Catania del titolo di “Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana” con la seguente motivazione, “ vito Massimo Catania 39 anni – Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo generoso impegno nella sensibilizzazione sul tema delle barriere architettoniche e sociali … a chi non ha la possibilità di correre, permettono ai disabili di vivere l’esperienza della corsa … La società odierna vive in bilico tra una sfrenata ricerca della perfezione, evidenziata dall’esaltazione mediatica di modelli orientati all’eccellenza dei risultati in ambito sia lavorativo sia sportivo, e un’attenzione sempre più mirata nei confronti di quanti faticano ad adattarsi a un ambiente che non soddisfa le loro esigenze. Tra questi ultimi rientrano le persone con disabilità, cioè quei soggetti che, come specifica l’Organizzazione delle Nazioni Unite, presentano “minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri”. Questa definizione, che appare “neutra” e priva di pregiudizi, costituisce il risultato di un lungo processo, che ha condotto al passaggio dall’indifferenza e dal disprezzo nei loro confronti alla lenta ma sentita inclusione sociale. L’attività fisica adattata, meglio nota con la sigla APA, dall’inglese Adapted Physical Activity, sta ad indicare oggi un’area interdisciplinare che comprende l’educazione fisica, le discipline sportive, la riabilitazione funzionale e le scienze motorie al servizio delle persone con difficoltà. La pratica sportiva per gli atleti con disabilità mentale e psichica si è sviluppata più tardi rispetto a quella per i soggetti con disabilità fisica o sensoriale. Fu infatti nel 1968 che nacque lo Special Olympics International, con lo scopo di favorire il mantenimento e il miglioramento delle capacità fisiche e soprattutto di consentire agli individui con deficit mentale di mettersi in relazione e confrontarsi con altre persone nella loro stessa condizione. Lo scopo dell’evento è di offrire agli atleti con disabilità intellettiva la possibilità di stare insieme, di affrontare piccole difficoltà e di fare piccoli sacrifici senza lo stress tipico delle competizioni agonistiche. La home page del sito www.specialolympics.it mette in evidenza la filosofia di fondo di questo programma internazionale, definendo lo sport “un mezzo per favorire la crescita personale, l’autonomia e la piena integrazione delle persone con disabilità intellettiva”. L’attività sportiva è la manifestazione del bisogno innato che il corpo ha di esprimersi, poiché il movimento è una delle esigenze primarie dell’uomo. Lo sport consente all’individuo di migliorare le qualità fisiche, di potenziare gli aspetti cognitivi e psichici e di sviluppare competenze socio-relazionali molto preziose, specialmente nel caso di soggetti in condizione di disabilità.

Sport a scuola

Per diversi anni lo sport a scuola è stato trascurato, tanto che le ore di educazione fisica erano ridotte a un paio a settimana e reputate di secondo ordine rispetto alle altre materie, considerate culturalmente più elevate. Fortunatamente oggi si intravede un graduale cambiamento tanto da aver introdotto, come progetto annuale, programmi sportivi specifici a cui aderire liberamente. È vero, le ore dedicate all’attività fisica sono ancora poche e ne occorrerebbero molte di più, considerando anche l’aumento della percentuale di bambini che soffrono di obesità, ma ci auspichiamo un progressivo cambio di mentalità che porterà grandi novità, sia dal punto di vista organizzativo che strutturale, vista la fatiscenza di molte scuole. Basti pensare ai numerosi studi elaborati in America per dimostrare i benefici dello sport in classe, come quello articolato su Annals Journal of Health Promotion da un team di esperti dell’Università del Montreal. Per realizzare il test, gli esperti hanno analizzato 2700 alunni di età compresa tra i 13 e i 18 anni scegliendo un numero di ragazzi abituati a fare sport e altri che, invece, dedicavano il loro tempo solo allo studio e ad altre attività. Esaminando i risultati scolastici, è emerso che gli studenti che praticavano uno sport fuori in modo regolare, raggiungevano risultati migliori con voti più alti. Tra le caratteristiche che presentavano in comune vi era maggiore autocontrollo e una concentrazione più duratura. Non solo, gli stessi giovani, dopo 5 minuti di sport, rivelavano maggiori competenze nello svolgimento di test valutativi delle capacità intellettuali. Inoltre, è emerso che il 50% dei soggetti che praticavano sport studiavano in media circa 3 ore in più a settimana rispetto agli altri. Anche l’Inghilterra ha eseguito uno studio simile, dimostrando che i giovani che praticano sport in modo agonistico o partecipando a progetti sportivi ad hoc, non si lasciano coinvolgere in atti vandalici o risse e fanno un numero di assenze ingiustificate inferiore rispetto agli altri. l’importanza di introdurre più ore di attività ginnica in tutte le scuole di ordine e grado, organizzando specifici progetti che mirano a implementare l’attività e coinvolgere anche quei bambini e preadolescenti che non praticano uno sport in modo regolare. Dalle scuole elementari fino alle scuole secondarie di secondo grado molti Dirigenti Scolastici hanno provveduto a riorganizzare spazi dedicati alla palestra, campetti di calcio e spazi adeguati all’interno della scuola. Inoltre, gli edifici che non sono dotati originariamente di una palestra, stipulano convenzioni con strutture adibite a tali attività nelle quali gli alunni, accompagnati dal docente, possono recarsi a piedi e svolgere le ore di educazione fisica, previa autorizzazione scritta dai genitori. Certo, siamo ancora molto lontani dall’idea americana di una scuola progettata e costruita su misura dei ragazzi, dotata di diverse palestre per svolgere attività differenziate e dotate di spogliatoi e docce. Ma il vento tira nella giusta direzione e con gli ultimi finanziamenti giunti dall’Unione Europea, le amministrazioni locali, in concerto con il Ministro dell’Istruzione, hanno provveduto a ristrutturare gli edifici più vecchi, introducendo anche aree dedicate alle ore di educazione fisica e motoria.

 

Le istanze del mondo Sportivo associativo

La parola d’ordine è partecipazione e a questa richiesta sono stati tanti gli operatori del settore e del mondo associativo che hanno risposto per fornire un fattivo contributo alla formazione di un nuovo costruttivo approccio alla materia e di una nuova Vision del mondo dello sport, che porterà alla costituzione oltre alla consulta dello sport anche di un assessore ad oc, questo ad ulteriore segnale del peso specifico che questa futura amministrazione vuole dare allo sport ed al suo ambiente. La collaborazione tra noi ed mondo sportivo nasce con l’obiettivo di diffondere e supportare la cultura sportiva in città. Un “Think Tan”’ che propone lo sport come strumento per cambiare i tessuti urbani, con impatti positivi sulla qualità della vita delle persone. Un hub costituito da un gruppo di professionisti che offrono le proprie competenze per mettere in campo proposte concrete che permettano di individuare le priorità sulle quali agire in tema di sport in città. Fra le proprie attività l’hub punterà a realizzare partnership e alleanze per lo sport e per la città, a ricercare soluzioni mirate al benessere dei cittadini e alle politiche sociali attraverso lo sport, la creazione di network fra la città per lo sviluppo dello sport in ambito urbano, piani di valorizzazione dei luoghi dello sport anche in ottica di rigenerazione urbana. La nascita di un comitato promotore che porterà alla costituzione di una consulta/assessorato è un segnale al mondo dello sport e delle Istituzioni, come ai decisori politici locali: la promozione dell’attività fisica e gli interventi di trasformazione urbana non possono vivere di buona volontà e improvvisazione, ma si deve lavorare a interventi organici e strutturati, concependo lo sport come strumento concreto di politiche trasversali per il benessere dei cittadini, piazze, parchi, lungomare e spazio urbano sono una tela alla quale dare colore e vita. La tavolozza ideale saremo noi con la nostra attività amministrativa, promuovendo iniziative, suggerendo soluzioni e strumenti per raggiungerle. La sfida delle città (e dei cittadini) felici è appena cominciata”. Qui riassunti alcuni degli spunti tecnici forniti:

  • Manifestazioni Sportive pubbliche, realizzate in “extradoor” (in pubbliche aree temporaneamente ed opportunamente adattate e/o interdette al traffico veicolare/pedonale), da concordare con la P.A. in occasione di rilevanti eventi sportivi, calendari agonistici/dilettantistici, giornate ecologiche, ecc. Esempi: le domeniche sportive, weekend sport and fun, happening sportivi ad alta sponsorizzazione, ecc.
  • Il benessere psicofisico, oggi l’evidenza scientifica nei confronti dei benefici dello sport è ormai consolidata, infatti è noto e comprovato come l’attività fisica garantisca importanti vantaggi per la salute. Ciò vale per le persone di tutte le età, sebbene sia fondamentale fare esercizi adeguati alle proprie condizioni fisiche. Al contrario, una vita sedentaria e l’assenza di attività motoria comportano una serie di rischi gravi per la salute, sia diretti come patologie e disturbi, sia indiretti come le conseguenze legate all’obesità. A tale scopo cresce l’esigenza di immaginare delle città sempre più a misura di sport, ripensando non soltanto l’utilizzo degli spazi pubblici urbani, ma puntando anche al generale benessere psicofisico della collettività. Parchi, strade, piazze, periferie da riprogettare nell’ottica di migliorare la qualità della vita dei cittadini e diffondere anche la cultura dello ‘star bene’ all’interno delle proprie città che devono cambiare aspetto e diventare delle vere e proprie ‘sport city, abbiamo deciso di dedicare attenzione alla tendenza delle persone a praticare sport all’aperto, allenarsi tra lungomare e parchi comunali, questo almeno per due motivi, fare sport in un bel posto, e l nostra città e molto bella, mette insieme gli obiettivi ‘di salute’ con quelli psicologici, legati al bisogno di vedere qualcosa di gratificante. Il secondo motivo è climatico: abbiamo la fortuna di avere un numero medio molto alto di giornate con clima mite e questo stimola a frequentare luoghi aperti. L’attività fisica è uno dei driver da iniziare ad applicare, come già avviene con successo da tante altre parti del mondo, il modello delle città in 15 minuti, ad esempio, significa spingere le persone a vivere di nuovo le proprie città, i propri quartieri, ripopolandoli e rendendoli più sicuri. Già nel 2016, infatti, il 77% degli italiani riteneva che il modo migliore per rendere sicuri i nostri parchi urbani fosse trasformarli in parchi dello sport.
Esempi:
  • l’utilizzo di aree pubbliche demaniali per il raggiungimento del benessere psicofisico di piccoli, adulti ed over attraverso campagne di sensibilizzazione, allenamenti mirati, l’utilizzo delle ville urbane (Margherita, Pepoli), e delle zone costiere come aree di allenamento a cielo aperto, in tempi ed orari concordati e stabiliti secondo calendario semestrale, con attività (fitness, Yoga, calisthenic, corpo libero, ecc.) organizzate e seguite da personale tecnico preparato ed accreditato.

Progetto: Cooperiamo sportivamente – Palestre popolari e sport di comunità Spazio, Sport, Società. La pratica sportiva nel progetto dello spazio pubblico contemporaneo

  • Parole Chiave: Infrastruttura sportiva; Inclusione sociale; Rigenerazione urbana; Progettazione integrata. Nell’attuale scenario socio-culturale, la pratica dello sport rappresenta uno dei principali motori di sviluppo, data la connotazione inclusiva che incorpora e le potenzialità di qualificazione funzionale e spaziale che esprime. La letteratura in materia e le molteplici sperimentazioni sul campo, evidenziano come l’attività sportiva rappresenti oggi uno strumento centrale nelle azioni di promozione di un’etica di “città aperta”, vivibile e sicura. Parimenti il sistema d’infrastrutturazione pubblica della città rappresenta, in epoca contemporanea, un fattore sempre più rilevante per la qualità urbana e sociale richiedendo programmi e strategie in grado di ridefinire i luoghi e le loro modalità di fruizione in funzione dei temi della salute e della qualità ambientale. Sulla base di tali premesse, il presente contributo si pone l’obiettivo di analizzare la recente evoluzione delle modalità di pianificazione e progettazione dello spazio pubblico in relazione alle pratiche sportive intese come “fatto sociale totale”, come ambiti trovano applicazione politiche di rigenerazione urbana e sociale fondate sulla volontà di promuovere azioni di educazione alla salute, inclusione sociale nonché programmi di qualificazione fisica dell’ambiente costruito. Lo sport schiera in campo i beni comuni, La salute di una comunità dipende anche dall’educazione alla pratica sportiva, pertanto quando si identifica la salute come un bene comune fondamentale della collettività è evidente che si deve includere anche lo sport in questa sfera. La pratica sportiva presenta almeno quattro aspetti che meritano di essere approfonditi sotto il profilo della sussidiarietà e dei beni comuni: la salute; l’inclusione sociale; l’integrazione e infine la tradizione e la cultura sportiva. Sentiamo il dovere di sostenere su tutto il territorio quelle organizzazioni che promuovo lo sport come diritto di cittadinanza, accessibile a tutti senza discriminazioni e rispettoso dei valori tradizionali, tale sostegno si manifesta in prima istanza attraverso, l’ammodernamento/adeguamento di tutti quegli spazi e/o edifici sportivi e successivamente a canoni concordati la loro concessione ad associazioni/cooperative in grado di offrire ampia ricaduta di tipo sociale sul territorio. Le palestre popolari si contraddistinguono dai luoghi tradizionali dove praticare attività sportiva soprattutto perché sono svincolate dalle logiche di mercato e del moderno fitness dedito al culto dell’immagine; i prezzi “popolari” permettono inoltre l’accesso anche alle fasce economicamente più svantaggiate. Dal punto di vista della cura civica dei beni comuni è importante sottolineare la doppia valenza di spazio fisico rigenerato e messo al servizio della comunità e di spazio di coesione ed inclusione sociale. Alla riappropriazione degli spazi della propria città si affianca spesso, intorno al recupero e alla difesa delle tradizioni sportive anche locali, lo sviluppo di un senso comunitario di appartenenza. Ultimo dato, anche questo determinante: la creazione di nuovi posti di lavoro. Sono infatti luoghi autogestiti dove poter praticare sport con professionalità sotto la guida di personale specifico; ma sono soprattutto nuovi luoghi di aggregazione a disposizione dei quartieri, spesso di periferia. Le esperienze già rodate da altre realtà geografiche ci dico che le palestre popolari sono frequentate prevalentemente da giovani tra i 16 ed i 35 anni, ma poiché non mancano corsi di yoga, di pilates, di shiatsu, di danza o di kung fu per bambini, sono riuscite ad attrarre anche casalinghe, anziani e bambini. Il successo di questi nuovi spazi urbani sarà determinato proprio dal fatto di aver conquistato la fiducia degli abitanti dei quartieri, di aver coinvolto persone che non hanno nulla a che fare con i centri sociali o con le politiche portate avanti dagli animatori delle palestre, di avere collegato “pezzi” della società che spesso faticano a trovare forme e luoghi dove esprimersi.

Progetto: “LO SPORT PER TUTTI”. Un evento di inclusione sociale: alunni e disabili fianco a fianco

  • L’importanza di un tale evento non è assolutamente da sottovalutare, in quanto esso è in grado di unire due mondi molto diversi e distanti. Questo genere di situazione consente al giovane alunno di incontrare da vicino il mondo della disabilità, che ai suoi occhi potrebbe apparire lontano anni luce, e di riconoscere il valore della persona in quanto tale. Unire in un campo sportivo alunni e soggetti diversamente abili permette ai primi di andare oltre le apparenze e di cogliere la specificità di ciascuna persona con disabilità, capendo così che ha una sua storia e un bagaglio di qualità che non possono essere messe in luce dall’etichetta generale di “disabile”. Che lo sport possa essere veicolo di inclusione, nonché occasione di volontariato, sono tante realtà a dimostrarlo. In tutto il mondo, esistono, infatti, organizzazioni no profit che, grazie al supporto di atleti normodotati, valorizzano quelli disabili, in tantissime discipline. La missione di tali associazioni dedite all’inclusione nello sport non è mai soltanto quella di offrire a queste persone la possibilità di cimentarsi in un’attività sportiva, ma anche e soprattutto quella di combattere gli stereotipi negativi legati alle loro abilità e alla loro intelligenza motoria.

Progetto: Attività fisica diabete e patologie cardiovascolari.

  • L’importanza dell’attività fisica I diabetici che praticano attività sportive sono sempre più numerosi, raggiungendo elevati risultati con performance che nulla hanno da invidiare ai loro coetanei non diabetici. Oltre che “socio culturale” vi è anche una motivazione psicologica che induce, specie i giovani insulino-dipendenti (condizione tipica del diabete infantile), ad impegnarsi nello sport. Esso, infatti, aumenta il senso di benessere e di sicurezza, riduce i livelli di ansia e di depressione, accresce la fiducia in sé stessi e la sensazione di “potenza” nei confronti del diabete. Lo sport agonistico, inoltre, con lo stress fisico e psichico che inevitabilmente comporta, richiede maggiori adattamenti della terapia ipoglicemizzante e della dieta, stimolando così nei ragazzi diabetici motivati e responsabili la capacità di autocontrollo della glicemia, il desiderio di collaborazione attiva con il diabetologo ed anche la capacità di autogestione della malattia. Quali sport è meglio praticare L’attività fisica è molto importante soprattutto per bambini e adolescenti diabetici. Ognuno, anche in caso di diabete giovanile, può praticare lo sport che più ama e per il quale è fisicamente più idoneo, specie se già praticata prima di divenire diabetico. Non tutti gli sport sono, però, uguali sul piano metabolico e diversi sono anche i vantaggi che i diabetici possono trarne. Solitamente si distingue tra sport aerobici e anaerobici. Le parole “aerobico” e “anaerobico” si riferiscono alla capacità dei muscoli di “bruciare” il glucosio in presenza o in carenza di ossigeno. Negli sport aerobici il glucosio sarà “bruciato” completamente fornendo molta energia e senza lasciare scorie, in quelli anaerobici il glucosio, invece, sarà “bruciato” solo in parte producendo poca energia e una scoria chiamata acido lattico che “intossica” i muscoli. Naturalmente gli sport più adatti al diabete giovanile sono quelli aerobici, specie se effettuati a media intensità in modo da “allenare” ma non affaticare il cuore. Tra gli sport aerobici ci sono: jogging, corsa lenta, sci di fondo (lento), nuoto (lento), ciclismo (lento, in piano), aerobica e pattinaggio. Quelli anaerobici, invece, sono: calcio, tennis, pallavolo, basket, body building, ecc. Benché i diabetologi raccomandino gli sport aerobici, si possono praticare con successo anche, gli sport di squadra (calcio, basket, pallavolo etc.) che sono aerobici anaerobici alternati.

Indicazioni:

  • Introduzione della “Quota Disabili” per garantire l’accesso alle attività sportive dei soggetti fragili, le associazioni che vorranno in concessione strutture sportive pubbliche dovranno impegnarsi in tal senso per l’ottenimento delle concessioni d’uso o eventuali agevolazioni, ciò sarà obbligatorio anche come sostegno alle classi disagiate;
  • Attuazione del progetto “Zero ostacoli” Creazione/adeguamento degli spazi verdi cittadini, degli impianti sportivi dei parchi giochi;
  • le nuove aree verdi cittadine di progetto saranno tutte “Ability Park”, un parco senza barriere per chi vive in condizione di mobilità ridotta. In questo “Ability Park” i cittadini con ridotte capacità motorie/sensoriali avranno la possibilità di essere finalmente liberi da ogni barriera architettonica durante i loro momenti di svago. Ma non solo, anche gli ipovedenti saranno favoriti durante le passeggiate grazie ai cartelli in braille che si intende disporre lungo tutta l’area del parco;
  • “iHo partecipo” attività/manifestazioni sul solco delle “special olimpics”;
  • Lo sviluppo in sinergia con l’ente parco della riserva delle saline di Trapani e WWF delle giornate per la Disabilità, con l’organizzazione di tour guidati per far “percepire” al mondo della disabilità la bellezza ambientale e paesaggistica della città che vivono (visite esperienziali);
  • Aree “Cardio protette” in tutti i luoghi dove verranno effettuate attività sportive siano al chiuso (palestre, campetti, ecc.) che all’aperto (giardini pubblici, aree running, ciclovie, ecc.) dovrà essere presente un totem attrezzato con defibrillatore collegato/localizzato con centrale del 118;

Impianti sportivi (linee di indirizzo)

  • Progetto di fattibilità tecnico economica per la realizzazione in partnership pubblico/privato di un parco multidisciplinare dello sport nella Trapani del futuro localizzato presso l’ex aeroporto di Milo;
  • La casa delle associazioni sportive, un tavolo tecnico permanente per aiutare l’amministrazione a perseguire il raggiungimento di obiettivi ambiziosi ed il massimo coinvolgimento della comunità nell’ambito dello sport;
  • Efficientare/ammodernare rendere maggiormente accessibili gli edifici dello sport;
  • Gestione in house (centralizzata tramite partecipata) degli impianti sportivi comunali;
  • Maggiore coinvolgimento delle scuole nelle attività di sport individuale e di gruppo;
  • Le scuole del mare (circoli velici);
  • Le ciclo vie e i ciclo park;

Gli impianti pubblici esistenti: immediato ritorno alla piena funzionalità.

  • Lo faremo anche attraverso investimenti agevolati del Credito Sportivo e con affidamento alle società dilettantistiche del territorio. Dotare gli impianti di defibrillatori.

Il piano dell’impiantistica sportiva. PRG degli impianti sportivi.

  • Armonizzare la presenza degli impianti sportivi e assicurarne i relativi servizi, evitando sprechi di risorse in strutture inutilizzate nel comprensorio, creazione di un ente di gestione unico degli impianti sportivi;

Il nuovo Parco dello Sport

  • La porzione dell’ex aeroporto di Milo, a sud dell’autostrada, è ideale per potervi realizzare un nuovo grande Parco dello Sport, con ampi spazi di verde e con impianti dedicati anche a svariate discipline (es. campo di atletica, tiro con l’arco, rugby, pallavolo, tennis etc). Un progetto di respiro dell’intero territorio della Grande Città che deve assolvere alle esigenze dello sviluppo sportivo. Un parco che abbia anche le caratteristiche di parco ricreativo permanente (es. Prater di Vienna), evitando quindi i disagi causati dagli insediamenti provvisori. Complesso degli impianti per il paraolimpico.

Il polo natatorio olimpionico

  • Completare l’impianto, attualmente non adeguato ad ospitare Grandi eventi di nuovo e pallanuoto con: vasca attigua da 25 metri, all’interno del perimetro, di otto corsie, con tribunette, per riscaldamento e defaticamento degli atleti, detta anche warm up; una barriera frangivento per i lati nord e sud, che attualmente risultano scoperti. Tutto ciò consentirebbe di candidare la Città di Trapani ad ospitare Grandi Eventi di nuoto e pallanuoto, di livello internazionale.

Trapani Calcio e Pallacanestro Trapani, tutti insieme per la Città.

  • Utilizzo della legge sugli stadi, legge riservata alle società professionistiche per migliorare le infrastrutture sportive e urbanistiche dell’intera città

Incentivi e opportunità per le associazioni dilettantistiche.

  • Nuovo regolamento per la fruizione e l’affidamento degli impianti di proprietà comunale, prioritariamente per le società dilettantistiche, in particolare quelle che esercitano una importante funzione sociale attraverso le attività coi più giovani, che preveda anche le manutenzioni a carico delle stesse. Sostegno alla partecipazione delle società dilettantistiche alla partecipazione alla capillare rete dei tornei sportivi territoriali e regionali.

Le strutture per l’accoglienza sportiva, i grandi club a Trapani

  • Cogliere l’opportunità delle nostre stagioni miti e del nostro mare per ospitare, creando le adeguate strutture e per come nel passato ci è stato più volte richiesto, i ritiri dei grandi club del Nord Europa e non solo, oltre che delle grandi società sportive di tutti i livelli e di tutte le discipline.

Il turismo sportivo

  • I nostri eventi tradizionali da difendere e valorizzare (es. la Monte Erice, auto storiche, il kite surf mondiale e così via).
  • I grandi eventi internazionali: vela, nuoto e non solo.
  • Adeguamento delle infrastrutture per ospitare eventi internazionali riferiti a più discipline e per entrare nel circuito delle Universiadi, dei Giochi della Gioventù, dei Giochi del Mediterraneo, dei campionati mondiali e anche delle Olimpiadi.

Lo sport e la disabilità, terapie ed agonismo

  • (Es. ippoterapia, piscine attrezzate, basket in carrozzina, tiro con l’arco, atletica, scherma, tennis
    da tavolo, vela etc). D’intesa con le associazioni, individuare un sito dedicato al paraolimpico,
    possibilmente in contiguità col grande Parco dello Sport.

Le iniziative sportive private, un mondo di passioni da sostenere

  • Palestre, equitazione e tanto altro.
  • Il sostegno alle nostre associazioni sportive dilettantistiche per la partecipazione ai circuiti nazionali e alle gare internazionali (es. tennis, arti marziali, pattinaggio e altre).

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